Tamponi a pagamento, tamponi gratis, vaccinazione obbligatoria o non obbligatoria, Green pass si Green pass no. I temi di scontro in Italia sono questi. Anche sindacati e governo sono ai ferri corti proprio sul fatto che i tamponi a pagamento a cui sono sottoposti i lavoratori non vaccinati dal punto di vista del diritto sono quanto meno discutibili.
Fatto sta che sono gli stessi rappresentanti del governo ad ammettere che il tampone a pagamento insieme all’obbligo del Green pass in ogni ambito di lavoro, servono solo a spingere tutti a vaccinarsi.
Sullo scontro ideologico tra sindacati e governo è evidente che il tampone a pagamento sia il campo dove questo è più evidente. Le parti sociali chiedono che lo Stato li renda gratis per i lavoratori non vaccinati, così come sono gratuiti i vaccini. Ma il governo Draghi tira dritto per la sua strada, non sentendo ragioni alcune. Anzi, le ultime ipotesi che si fanno e che partono dal fatto che i contagi sembrano in risalita, parlano di un governo pronto a inasprire ancora di più le regole, allungando l’obbligo del Green pass fino a marzo o addirittura arrivando fino all’estate 2022.
Dallo staff del Commissario Figliuolo, ipotesi di ulteriore stretta
Al riguardo vanno riportate le ultime dichiarazioni che ha rilasciato l’ex direttore dell’Ema, quel Guido Rasi che è stretto collaboratore del Commissario Figliuolo. Come si legge sul quotidiano “Il Giornale”, il braccio destro del commissario per l’emergenza Figliuolo, sottolinea che sarà molto importante la prima settimana di novembre.
In caso di numeri in salita sui contagi, secondo Rasi si dovranno per forza di cose prendere altri provvedimenti rigidi e probabilmente impopolari. “Non si torna indietro. Sarebbe oltraggioso per chi si è vaccinato”, queste le parole di Rasi che poi avanza dubbi sui tamponi, da lui considerati non ideai dal punto di vista della protezione dal Covid.
I tamponi ogni giorno per il Green Pass
Perfino Salvini ha chiesto che il tampone valido 48 ore venga prolungato a 72 ore. Il fatto che il tampone sia a pagamento ed a carico del lavoratore, lo rende un provvedimento piuttosto drastico. Ma ciò che dice Rasi è esattamente il contrario. “Il tampone non è abbastanza protettivo, si dovrà imporlo quotidianamente a chi va al lavoro o a chi partecipa a un evento”, questo ha detto Rasi.
E si va anche verso una Italia in stile Austria. Per scongiurare un ritorno all’emergenza piena come lo scorso anno, appare facile che l’Italia arrivi ad adottare il modello austriaco. E quale sarebbe il modello austriaco? In pratica si va verso zone gialle e lockdown solo per i non vaccinati. Una idea che in Austria si sta ragionando se inserirla o meno con tutte le sfaccettature discriminatorie che una misura del genere andrebbe a mostrare naturalmente.
“I contagi colpiscono la stragrande maggioranza dei non vaccinati, vanno adottate altre restrizioni. Queste persone non possono danneggiare l’economia e penalizzare gli italiani immunizzati”, questo ciò che ha spiegato il collaboratore del Generale Figliuolo.
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