Con la Legge di Bilancio 2022 tornerà anche il cashback? Finora questa ipotesi sembrava quanto più lontana possibile dalla realtà. Gli scettici bollavano il tutto come una mera suggestione o, peggio, un’utopia. Ma è d’obbligo riportare l’indiscrezione circolata nelle ultime ore, pur consapevoli che di tale si tratta. Lo scenario forse si concretizzerà o forse no, di certo non consisterà nella versione classica dell’incentivo concepito dal Governo Conte per favorire i consumi e incrementare le transazioni tracciabili. L’idea a monte sarebbe quella di trasferire gli effetti del cashback alle detrazioni Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) per le spese sanitarie. Dunque, allo sgravio fiscale del 19 per cento, il quale verrebbe direttamente versato sul conto corrente del cittadino presentante domanda senza la necessità di attendere la dichiarazione dei redditi.
Ovviamente, tale formula rispetterebbe i principi fondamentali dell’agevolazione, già statuiti all’epoca dell’introduzione. In buona sostanza, qualsiasi pagamento dovrà avvenire tramite Pos e, pertanto, con carte di credito e bancomat, in modo da dimostrare l’avvenuta transazione. Il nuovo cashback, che sarebbe al vaglio dell’esecutivo, farebbe cioè riferimento esclusivamente alle spese sostenute in ambito sanitario, sotto praticamente qualsiasi sua sfaccettatura e declinazione.
Cashback per le spese sanitarie: come funziona
A ogni modo, prima di stappare le bottiglie di spumante è bene stare con i piedi per terra. E tenere a mente quanto ti abbiamo già sopra spiegato: consiste in una mera ipotesi. Sperarsi è assolutamente lecito, senza però fare castelli per aria, del resto lo scenario potrebbe tranquillamente non concretizzarsi. Quantomeno l’idea non pare pura fantascienza, ma, al contrario, avrebbe destato l’attenzione del Governo Draghi durante le discussioni intraprese sulla Manovra. Il fine è di promuovere una maggiore disponibilità per i contribuenti, evitando di dover attendere la Dichiarazione dei redditi per poter trarre beneficio dei rimborsi.
In soldoni, una volta provveduto a sostenere una spesa tracciabile inerente a prestazioni di carattere sanitario, il contribuente si vedrà riconosciuto il rimborso direttamente sul conto corrente indicato, sostituendo perciò la detrazione Irpef dal modello 730. Ma cosa accadrebbe con la franchigia? Questa sì che è una bella domanda. La risposta al momento non è chiara e, se l’idea dovesse andare in porto, toccherebbe inevitabilmente sciogliere la questione.
Poco ma sicuro, nell’egida del cashback confluirebbero gli esborsi attinenti all’acquisto di dispositivi medici e farmaci. Inoltre, la manovra andrebbe a contemplare le prestazioni specialistiche, gli esami di laboratorio e ulteriori tipologie di analisi. Per ciò che concerne la franchigia, la detrazione così com’è andrebbe ad applicarsi a un importo di 129,11 euro.
Con il cashback teorizzato, sulla base di una ipotetica spesa di 400 euro e franchigia vigente, la detrazione del 19 per cento permetterebbe un rimborso pari a poco più di 51 euro, oltre 70 nel caso in cui si finisse per non applicare la franchigia. Al momento, comunque, il tutto è in divenire. Ciononostante, l’ipotesi – dicono fonti vicine ai palazzi di potere – avrebbe già riscosso delle opinioni concordi. Ad esempio, da parte della Società Generale d’Informatica (Sogei), incaricata di gestire la macchina operativa dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione da un punto di vista informatico.
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