Come gestire i 200 miliardi di euro di Recovery Fund? Sono i soldi che l’UE ci presta per rinascere dopo il Covid. Governo Draghi straordinariamente attento. Ecco allora le task force regionali per gestire i quattrini.
Infatti, la Conferenza Unificata ha espresso giovedì scorso l’intesa sullo schema di Dpcm che istituisce e finanzia le task force territoriali. Obiettivo: l’attuazione dei progetti del Piano di ripresa., come evidenza Staffetta Quotidiana.
“Oggi registriamo su un aspetto specifico del Pnrr un cambiamento di metodo che vorremmo rappresentasse un modello per il prosieguo”, ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga.
Ma quante persone ci saranno? Con il via libera al Dpcm in Conferenza Unificata sono in arrivo 1000 professionisti ed esperti. Per il supporto a Regioni ed enti locali nella gestione delle procedure complesse. Ma soprattutto le Regioni sono individuate come hub di tale attività.
Task force regionali: polemiche immancabili
Le task force territoriali saranno chiamate a rimuovere ogni collo di bottiglia, ogni ostacolo che si frapporrà al percorso del Piano nazionale di ripresa e resilienza Next Generation Italia. Nella gestione e nella velocizzazione delle procedure amministrative. E nelle attività di semplificazione. È questo il metodo corretto per una efficace governance istituzionale degli interventi che si dovranno realizzare per concretizzare le missioni del Pnrr.
L’auspicio è che il Governo voglia seguire questo metodo in tutti i passi successivi perché il coinvolgimento delle Regioni e degli enti locali è determinante per la messa a terra degli investimenti, per il raggiungimento degli obiettivi e per il successo stesso di Next generation Italia, chiosa.
Il fatto è che tutti i settori chiedono una parte di questi soldi. Tutte le lobby (più che lecite) fanno richiesta a Draghi. Mario Mantovani, presidente di Manageritalia, è polemico: il nostro rapporto evidenzia come al settore del terziario, che rappresenta quasi il 75% dell’economia italiana, venga erogato solo il 47,8% delle risorse del Pnrr. Il settore che comprende il commercio, il turismo, i servizi alle imprese e ai cittadini, comparti chiave dell’economia italiana che più di altri hanno sofferto e soffrono ancora gli effetti del lock down, ha bisogno di maggiore attenzione.
L’uscita dalla fase pandemica e la stabilizzazione della crescita, infatti, dipenderanno in gran parte dalla salute del settore del terziario e dalle riforme che dovranno essere affrontate nella direzione di una sempre maggiore terziarizzazione della nostra economia. Il Pnrr deve essere accompagnato da riforme oltre che da investimenti, dice Mantovani.
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