Il Dpb inoltrato dall’esecutivo italiano al Parlamento e all’Unione Europea accende gli animi delle classe politica e del popolo italiano per le misure in esso contenuto e, soprattutto, per la mancata proroga e la modifica di certi provvedimenti, tra cui il Superbonus del 110 per cento, che, fino a questo punto, hanno ottenuto pochi consensi. La legge di bilancio che si profila all’orizzonte conterrà manovre per almeno 23 miliardi, di cui 23,4 in deficit. Di questi 8 saranno destinati all’Agenzia delle Entrate, 4,1 al settore sanitario (quasi il 50 per cento per l’acquisto di vaccini e farmaci per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso) e 2 al rincaro delle bollette luce e gas.
Oltre ai negoziati su Quota 100 e il Reddito di Cittadinanza, tra gli esponenti politici sono infervorati gli animi in merito al Superbonus del 110 per cento, prorogato pure per il 2023, ma con una novità di rilievo. La maxi detrazione sarà concessa unicamente ai condomini, fatta eccezione per le case monofamiliari. Secondo quanto si apprende, le ipotesi più papabili al varo prevedono anche il calo della percentuale di rimborso, al 70 per cento nel 2024 e al 65 per cento nel 2025.
Secondo le dichiarazioni proferite da Daniele Franco, ministro dell’Economia e delle Finanze, i bonus abitativi sono parecchio onerosi e non sostenibili dallo Stato sul lungo termine.
Insomma, il cambiamento rischia di lasciare fuori tutte le famiglie con case singole che auspicavano di ricevere la detrazione delle spese sostenuti per i lavori di efficientamente energetico, antisismici di installazione di impianti fotovoltaici, antismici e delle infrastrutture per la ricarica delle vetture elettriche.
A proposito di vetture elettriche, le autorità governative hanno inserito il rifinanziamento dell’ecobonus auto nel decreto fiscale del 15 ottobre scorso.
Superbonus 110 per cento: la ripartizione delle quote
In principio il Superbonus del 110 per cento era riconosciuto per le spese sostenute dal 1° luglio al 31 dicembre 2021. Tuttavia, tale incentivo concesso ai contribuenti ha condotto a varie proroghe. Il decreto rilancio ha esteso al 30 giugno 2022 la possibilità di godere dei benefici per le persone fisiche proprietarie di edifici unifamiliari o di unità immobiliari indipendenti con uno o più accessi autonomi dall’esterno situati all’interno di complessi plurifamiliari.
La scadenza per i condomini era invece pattuita finora al 31 dicembre 2022, anche se, nei piani del Governo, l’intenzione sarebbe quella di prevedere una proroga per tale tipologia di edifici.
L’ammontare della detrazione, pari al 110 per cento, va ripartita in cinque annuali di pari tra gli aventi diritto, in relazione all’esborso sostenuto prima del 2022 e di quattro quote annuali di pari importo dopo il 2022.
L’alternativa alla detrazione Irpef
Oltre alla fruizione della detrazione in quanto credito Irpef, vi è modo di optare a favore di un contributo anticipato come sconto in fattura, praticato dai fornitori dei beni o dei servizi acquistati o per la cessione del credito. Dunque, il Superbonus del 110 per cento andrà avanti a esistere, sebbene in forma decisamente riveduta risperto a quella che conosciamo oggi. Sembra invece improbabile il rinnovo del bonus facciate, anche se, prima di abbandonare ogni speranza, occorrerà che la legge di bilancio abbia la conferma definitiva.
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