Lo split payment si traduce come “scissione di pagamento“, si tratta di un obbligo che riguarda le Pubbliche Amministrazioni e che ha portato importanti novità per la liquidazione dell’IVA.
Questo strumento fiscale è stato introdotto per la prima volta dalla Legge di Stabilità del 2015 tuttavia, stando a quanto dicono i principali esponenti politici del momento, con la Legge di Bilancio del 2018 anche lo split payment subirà delle modifiche significative.
Split Payment: cos’è
La novità fiscale introdotta dalla scissione di pagamento riguarda solo ed esclusivamente le Pubbliche Amministrazioni. Grazie allo split payment le PA che effettuano l’acquisto di beni o servizi, e che non sono soggetti passivi dell’IVA, hanno l’opportunità di versare l’aliquota dell’Imposta sul Valore Aggiunto direttamente nelle casse dell’erario, ossia dello Stato.
In pratica, quando le Pubbliche Amministrazioni sono tenute a pagare una fattura ad un fornitore, queste hanno l’obbligo di scindere il pagamento: la retribuzione che spetta al fornitore viene versata nelle sue “casse”, mentre l’IVA viene scorporata dalla fattura finendo direttamente nelle casse dell’erario.
Il motivo per il quale si è deciso di introdurre questa novità che riguarda l’IVA è strettamente legato alla volontà, da parte dello Stato, di combattere l’evasione fiscale.
In effetti, grazie a questo sistema dello split payment, valido per le fatture emesse in favore delle Pubbliche Amministrazioni, a partire dal 1° gennaio 2015 la liquidazione dell’IVA non è più in capo al fornitore di beni o servizi (MAI le prestazione sottoposte a ritenuta d’acconto) ma alla PA che, in questo modo, garantisce all’erario la sua quota di IVA.
Split Payment: come funziona
Per comprendere meglio il concetto della scissione di pagamento è necessario fare un passo indietro.
Quando un soggetto privato ha dei rapporti di tipo commerciale con una Pubblica Amministrazione e questi rapporti consistono nella fornitura di beni o servizi alla PA, egli è tenuto, per legge, a rilasciare una ricevuta fiscale.
Sulla ricevuta fiscale sono indicati, oltre ai dati utili ad identificare i due soggetti che hanno effettuato lo scambio (beni-denaro), anche la cifra che la Pubblica Amministrazione è tenuta a versare per aver ricevuto un servizio.
La somma di denaro in questione è composta da due voci: il compenso e l’IVA. Il primo rappresenta il guadagno del fornitore per la prestazione effettuata, la seconda voce è l’Imposta sul Valore Aggiunto, ossia l’aliquota da versare allo Stato.
Dal momento che il fornitore incassa sia il compenso che l’IVA, egli ha l’obbligo di scorporare l’aliquota dal proprio guadagno e, con cadenza regolare, versarla nelle casse dell’Erario.
Con lo split payment, il fornitore riceve solo il suo compenso e quindi è esonerato dall’obbligo di versare l’Imposta che, invece, riguarda alla Pubblica Amministrazione con cui si è concluso l’affare. Per questo motivo si parla di scissione di pagamento, perché la PA non dovrà più versare l’intera somma (compenso+IVA) in un’unica soluzione e quindi direttamente al fornitore, ma dovrà eseguire due pagamenti: uno al fornitore e l’altro all’erario.
Split Payment: su chi ricade l’obbligo?
La scissione di pagamento che consente allo Stato di ridurre l’evasione fiscale è un obbligo che riguarda:
- lo Stato;
- gli organi statali che hanno una personalità giuridica;
- gli enti pubblici territoriali e i relativi consorzi;
- le Camere di Commercio;
- le Università;
- le ASL e tutti gli enti sanitari e ospedalieri;
- gli enti pubblici che svolgono funzione di ricovero e che hanno carattere scientifico;
- gli enti pubblici che si occupano di assistenza e beneficenza;
- gli enti di previdenza sociale;
- tutti i consorzi che si formano tra le categorie sopracitate.
Dal momento che lo split payment è un obbligo che sorge in capo alle Pubbliche Amministrazioni, in caso di ritardo nel versamento dell’IVA sono previste delle sanzioni pecuniarie che ammontano al 30% dell’imposta che andava versata.
Quando è stato introdotto con la Legge di Stabilità del 2015 il concetto di scissione di pagamento riguardava un numero minore di enti ed organizzazioni rispetto ad oggi. Il motivo è legato alle novità introdotte con la Manovra Correttiva che è stata fatta nell’aprile del 2017.
In effetti, a partire da questa data l’obbligo di split payment è stato esteso anche a:
- tutte le amministrazioni;
- tutti gli enti e i soggetti che fanno parte del conto consolidato delle PA;
- le società poste sotto il controllo, diretto o indiretto, dello Stato;
- le società che vengono controllate dagli enti pubblici territoriali;
- le società quotate in Borsa che sono inserite nell’indice FTSE MIB.
A partire, poi, dal 1° luglio 2017 è scatta l’obbligo che prevede la scissione del pagamento tra il compenso e l’aliquota dell’IVA, anche per i professionisti. In particolare:
- vi è l’opportunità di rilasciare un documento in cui viene indicato il nome dei committenti per i quali si è applicato lo split payment;
- è prevista la possibilità di essere rimborsato in anticipo, in questo modo sarà possibile sostenere le attività imprenditoriali che si troveranno in una posizione creditizia.
Il Dipartimento delle Finanze è intervenuto sul concetto di split payment introducendo ulteriori novità che riguardano, principalmente, un ampliamento del soggetti a cui è affidato l’obbligo di scindere i pagamenti.
In particolare, è stato deciso che a partire dal 2018 sono soggetti a tale obbligo anche:
- tutte le società che vengono controllate, direttamente o indirettamente, dai ministeri e dal Consiglio dei ministri;
- tutti gli enti e le società che sono sottoposte al controllo da parte delle amministrazioni centrali;
- tutte gli enti e le società che sono sottoposto al controllo ad opera delle amministrazioni locali;
- tutti gli enti, le società e le fondazioni il cui capitale proviene per almeno il 70% da amministrazioni pubbliche.
Split Payment: come si effettua la liquidazione dell’IVA e come si compila la fattura
Le Pubbliche Amministrazioni sono ormai, quasi tutte, obbligate a versare l’IVA rispettando il metodo introdotto dallo split payment.
Nell’eseguire l’operazione di liquidazione, la PA ha l’opportunità di scegliere tre diverse strade:
- versare l’IVA per ogni singola fattura e quindi effettuare l’operazione ogni volta;
- versare l’iva in ogni giorno del mese, tenendo in considerazione quali sono le Imposte maturate alla data corrente;
- effettuando il versamento il 16 di ogni mese, in questo caso la liquidazione riguarda tutte le fatture la cui imposta e diventata esigibile il mese precedente.
Ma cosa cambia per il fornitore con lo split payment? La compilazione della fattura per il fornitore resta invariate, tranne per un dettaglio: deve inserire la dicitura: in riferimento all’art.17-ter del DPR 633/1972.
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