Se si usa Skype per le video-chiamate e per le video ed audio-conferenze, le credenziali che utilizziamo per l’accesso ai servizi web potrebbero essere a rischio. E questo perché il suono che produciamo con la tastiera può essere prima registrato e poi può essere ricostruito, ovverosia decodificato al fine di accedere ai nostri dati sensibili.
In accordo con uno studio che è stato pubblicato su arXiv, infatti, ogni tasto della tastiera produce un suono diverso, ragion per cui ciò che digitiamo sulla tastiera mentre utilizziamo software per la video-comunicazione come Skype, ma anche le chat di social network come Facebook, può essere poi ricostruito dai malintenzionati, ovverosia da coloro che vogliono rubarci la login e password dei servizi che utilizziamo aprendo così, del tutto ignari, le porte ai nostri dati sensibili.
Ma detto questo, chi sono gli utenti di Skype e di altri servizi come Facebook Messenger che rischiano in teoria di vedersi soffiata la login e password nel corso di una videochiamata? Ebbene, i soggetti che sono potenzialmente più a rischio sono i professionisti, ovverosia coloro che utilizzano video-chiamate, audio-chiamate e videoconferenze per fini lavorativi. Ci riferiamo, nello specifico, a consulenti finanziari, giornalisti, dirigenti d’azienda. Ed ancora diplomatici, avvocati e magistrati solo per citare coloro che spesso durante la giornata utilizzano le video e le audio-conferenze.
Per non correre rischi, di conseguenza, quando partecipiamo ad una videoconferenza si dovrebbe in teoria limitare, se non azzerare del tutto, l’uso della tastiera del proprio computer ad esempio evitando di accedere agli account di posta elettronica o per collegarsi a social network come Twitter, Instagram e Facebook. E lo stesso dicasi se per esempio, mentre si sta tenendo una video conferenza, si decide di accedere al servizio di home banking della propria banca al fine di consultare il saldo o l’ultimo estratto conto.
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