L’altro giorno sulla riforma del Catasto il governo ha avuto non poche difficoltà, con la Lega che non ha partecipato al Consiglio dei Ministri. Provvedimento comunque passato, perché numericamente la Lega non ha la forza per impedire al governo di andare avanti per la sua strada.
Un po’ per smorzare la delusione per la sconfitta alle ultime elezioni amministrative, ed un po’ perché le tasse sono un cavallo di battaglia di Salvini e della Lega, quelli del carroccio hanno pensato bene di fare polemica.
Salvo poi, come al solito, tornare sui loro passi, restare al governo, incontrare Draghi (ieri Salvini ha incontrato il Premier) e continuare a lavorare tutti insieme.
Le manovre della Lega non hanno scongiurato la riforma del Catasto
“In piazza Salvini dice una cosa, poi arriva a Palazzo Chigi e si allinea”, lo ha detto anche il segretario PD Letta ieri, forse con un pizzico di polemica dietro, ma ciò che ha detto non è lontano dalla realtà.
La riforma del Catasto è ormai nata, e la Lega fa parte del governo che l’ha emanata, anche se c’è da giurarci, diranno che loro abbandonarono il Consiglio dei Ministri. Schermaglie politiche e narrazione degli avvenimenti che però chi è attento stenta ad assecondare.
Anche perché ciò che è stato fatto sul Catasto, apre le porte ad un probabile salasso sui proprietari di case, forse non oggi, come ha detto il Premier Draghi, ma in futuro quasi certamente. E lo sostiene pure, l’avvocato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia.
La riforma del Catasto prepara il campo ai futuri salassi
“Un giochino per preparare il sistema ad essere pronto per l’aumento della pressione fiscale sugli immobili”, questo ciò che pensa il presidente di Confedilizia. Adesso non cambierà nulla, perché le imposte sulla casa resteranno le stesse. Ciò che va a cambiare, sono i valori delle case. E se al momento sulla prima casa non si paga l’Imu per esempio, non è detto che domani sia ancora così.
E poi, ci sarebbe da fare i conti con i valori catastali che sono sempre quelli su cui si pagano le imposte di registro e che sono quelli che vengono utilizzati per esempio, in materia di Isee.
Catasto, cosa cambia adesso?
La riforma del catasto nasce per l’emersione delle cosiddette case fantasma, perché l’Italia è piena di case non censite catastalmente. Ma è assolutamente realistico pensare che alla lunga si arriverà ad una revisione del sistema tributario, cioè delle regole con cui vengono tassate le proprietà.
Con la riforma del catasto il valore patrimoniale delle unità immobiliari si adegua ai valori di mercato, cosa oggi non esistente. Infatti il nostro Catasto ha case con un valore catastale nettamente inferiore al valore di mercato, sulle quali i proprietari pagano meno tasse di quelle che dovrebbero, secondo i promotori della riforma. È altrettanto vero però che ci sono case il cui valore catastale è nettamente spropositato rispetto al valore di mercato. Tipico esempio, le case nei piccoli borghi, spesso disabitati.
Dal 2026 aumenti e variazioni?
La rendita catastale è quel parametro utilizzato in Catasto, per dare un valore all’immobile, che passato per determinati coefficienti, produce la base imponibile su cui si pagano le svariate tasse di cui il sistema fiscale italiano è composto. Ed è su questo che si arriverà ad intervenire, perché cambierà l’unità di misura che oggi sono i vani, e domani diventeranno i metri quadri.
Fino al 2026 nulla cambierà a livello di tasse, come il Premier ha già chiarito. Infatti la riforma è quinquennale. Ma dal 2026, il governo i carica a quella data, potrà, liberamente scegliere se adeguare il sistema tributario ai nuovi valori catastali.
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