La prima cosa da dire in relazione al Reddito di cittadinanza che qualsiasi ipotesi di cancellazione della misura non dovrebbe essere presa in considerazione. Sia per l’impopolarità di una decisione del genere, che per l’evidente bontà del sussidio in un periodo di grave crisi, al massimo si interverrà in modifica.
Anzi, è assai probabile che il sussidio tanto caro ai grillini, dovrebbe subire una specie di restyling con la manovra che ad ottobre il governo dovrebbe presentare alle Camere. Ma cosa cambierà per lo strumento tanto discusso?
Ecco le ultime indiscrezioni e dove si dovrebbe intervenire in modifica.
Reddito di cittadinanza, requisiti meno rigidi per qualcuno
Oltre all’accusa di non essere stato uno strumento valido dal punto di vista delle politiche attive sul lavoro, il Reddito di cittadinanza è stato contestato sui requisiti e sugli importi.
Requisiti troppo rigidi che hanno reso lo strumento non in grado di intercettare i reali stati di bisogno di una popolazione la cui percentuale vicina alla soglia di povertà è notevole. E poi, importi che presentano una notevole disomogeneità tra famiglie numerose e singoli.
Per questo lo strumento potrebbe essere modificato, a partire dalla platea dei beneficiari. SI pensa per esempio a ridurre a 5 gli anni di residenza i Italia utili al sussidio, mentre adesso ne servono 10.
Importi maggiori per le famiglie rispetto ai singoli e GOL
SI interverrà probabilmente anche sugli importi. Questo perché oggi i singoli percepiscono come impatto sui loro redditi, di più rispetto alle famiglie con figli. E sono queste che oggettivamente dovrebbero essere quelle maggiormente tutelate.
Come si interverrà è ancora da decidere, perché logica vorrebbe che si dovrebbero incrementare i soldi alle famiglie numerose e non abbassare i soldi ai singoli. Perché anche questi, soprattutto se in età tale da essere fuori dal perimetro delle pensioni e difficilmente ricollocabile al lavoro proprio per l’età, non possono essere lasciati privi del minimo vitale.
Da punto di vista delle politiche attive invece, si pensa ad utilizzare un nuovo strumento, il GOL, acronimo di Garanzia di occupazione lavoratori.
SI tratta di un nuovo strumento finanziato con i soldi europei del Next Generation EU. Un modo per accelerare il processo di ricollocazione lavorativa dei soggetti attivabili di un nucleo familiare beneficiario del sussidio.
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