Con la nuova graduatoria dei lavori usuranti e gravosi pubblicata dalla commissione apposita, sembra chiaro l’orientamento del governo in materia riforma delle pensioni.
La strategia è delineata e va nella direzione di consentire uscite anticipate solo a determinate categorie di lavoratori.
E tutto ruota o su un potenziamento dell’Ape Sociale o di una nuova misura, magari una nuova quota 100 ma solo per pochi.
Ape sociale da potenziare per il 2022, cosa cambia per le pensioni
Potenziare l’Ape sociale dicevamo, ma come? La risposta è una sola. Ampliando la platea dei lavori gravosi, estendendola come sembra, ad altre categorie di lavoratori. Categorie estrapolate dalla graduatoria dei lavori gravosi presentata dalla commissione ad hoc costituita in materia.
Una graduatoria che è stata fatta in base ai dati Inail sull’incidenza percentuale degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali per categoria oltre che sulla stima di vita da lavoro a lavoro.
Maestre delle scuole elementari, bidelli, Operatori Socio Sanitari tra le attività che potrebbero essere beneficiarie di queste agevolazioni in materia di uscita dal lavoro come oggi prevede l’Ape sociale. E correttivo dei correttivi, si pensa pure ad un intervento sui requisiti per la misura.
Oggi per i gravosi l’Ape si centra con 63 anni di età almeno e con 36 anni di contributi minimi versati. SI pensa a scendere a 30 anni, almeno per determinate categorie come gli edili.
Una nuova quota 100 ma solo per i gravosi? Possibile
E l’alternativa al semplice potenziamento dell’Ape sociale potrebbe essere una quota 100 limitata a particolari categorie di lavoratori. Verrebbe concessa la possibilità di pensionarsi a determinati lavori gravosi, a 62 anni, con assegni liquidati tramite un fondo ad hoc da costituire per il progetto.
Anche la Lega per esempio, sarebbe propensa a una soluzione del genere, che eviterebbe per molti lavoratori il pericolo dello scalone.
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