L’economia è una materia molto complicata. E come tale i discorsi vanno effettuati a 360 gradi, dalle tasse al lavoro, dalle pensioni alle misure assistenziali.
Si chiama rimbalzo il fenomeno economico che si materializzerà da gennaio, con la ripresa economica che porta in dote un aumento del tasso di inflazione.
In tema pensioni questo significa che gli assegni saliranno. E anche Repubblica ha prodotto una eloquente analisi che mette in risalto il grande esborso a cui sarà chiamato il governo adesso.
Salgono le pensioni
Il fatto che da gennaio le pensioni dovrebbero salire di importo è l’effetto della ripresa economica, con un aumento del tasso di inflazione che presto l’Istat certificherà.
Finalmente una buona notizia quindi, dopo l’aumento di luce, gas, benzina, metano e così via.
Ma l’aumento delle pensioni, dopo due anni di blocco sempre per via dell’inflazione, nulla o negativa, sarà un salasso per lo Stato.
Il governo che è chiamato a mettere in piedi la legge di Bilancio, dovrà spendere, in base ai calcoli di Repubblica, 4 miliardi di euro.
Soldi da togliere quindi alla riforma delle pensioni. In pratica, nel pacchetto pensioni della legge di Bilancio, occorrerà mettere in previsione questo pesante esborso.
La perequazione manda in su gli assegni
Saliranno di almeno 126 euro lordi annui gli assegni previdenziali per via della nuova indicizzazione degli assegni.
Rivalutazione in arrivo per gli assegni, con una spesa vicina ai 4 miliardi a coprire qualcosa come 22,8 milioni di assegni.
I calcoli vengono fuori dalla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, dove viene previsto un incremento del costo della vita pari all’1,5%.
Un “botto”, se si considera che sono due anni che tutto è fermo per via di una inflazione col segno meno o al massimo nulla.
Stando ai calcoli che si possono già fare, l’aumento sarà pari 126 euro lordi all’anno, su una pensione altrettanto lorda, pari a 1.500 euro lordi al mese.
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