Il contratto di espansione potrà essere utilizzato anche nel 2022 e nel 2023 e l’utilizzo sarà allargato anche alle aziende che hanno almeno 50 dipendenti (oggi riservato a quelle con almeno 100 dipendenti). A prevederlo un passaggio del disegno di legge di Bilancio 2022.
Contratto di espansione
La scadenza naturale del contratto di espansione è prevista per il 31 dicembre 2021 ma, visto che lo scopo della misura è l’incentivazione del ricambio generazionale e la riqualificazione del personale delle aziende si è pensato di prorogare lo scivolo per un altro biennio.
Ma come funziona? Il contratto di espansione attraverso l’utilizzo di un periodo massimo di 18 mesi di cassa integrazione guadagni oppure con la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro per coloro a cui mancano 5 anni dalla pensione di vecchiaia o da quella anticipata.
Per i 5 anni di anticipo sul pensionamento al lavoratore viene corrisposta, dall’azienda, una indennità pari a quella che sarebbe stata la pensione al momento della cessazione del servizio fino al raggiungimento dei 67 anni necessari per accedere alla pensione di vecchiaia o fino ai 42 anni e 10 mesi di contributi necessari agli uomini per accedere alla pensione anticipata (per le donne un anno in meno).
La Legge di Bilancio oltre ad estendere la durata del contratto di espansione per un altro biennio e fino alla fine del 2023, amplia pure la platea dei possibili beneficiari ricomprendendo nel perimetro di attuazione anche le aziende che hanno almeno 50 dipendenti.
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