La ripresa economica di questi tempi porta inevitabilmente ad un incremento del tasso di inflazione. L’Istat ha stabilito, come dato provvisorio, nell’1,7% l’incremento degli indici dei prezzi al consumo. Salgono i prezzi di tutte le cose che generalmente gli italiani comprano e che fanno parte del paniere che l’Istat utilizza per l’inflazione. L’aumento dell’inflazione però avrà risvolti positivi sulle pensioni.
Infatti dal rateo di gennaio le prestazioni previdenziali pagate dall’Inps dovrebbero salire. E lo faranno probabilmente, con il meccanismo a scaglioni. Un meccanismo che come per gli aumenti, molti hanno dimenticato visto che da due anni l’inflazione non è salita.
Aumento delle pensioni, le novità da gennaio
In pratica, per via del tasso di inflazione in salita (l’Istat a settembre ha previsto l’1,7% di incremento), con un trend che fino a fine anno dovrebbe continuare a salire o al massimo a restare stabile, le pensioni saliranno.
Dopo due anni di mancata perequazione per la maggioranza dei pensionati, da gennaio si torna al meccanismo della perequazione. E saranno all’incirca 23 milioni i pensionati che riceveranno una pensione più alta nel 2022.
Assegnia gennaio più alti, meccanismo e cifre
Al momento, essendo provvisori i dati Istat, sono ipotesi quelle di cui parliamo e di cui hanno trattato i maggiori quotidiani italiani. Come riporta il Messaggero per esempio, quello che sembra una compensazione per via dell’aumento dei prezzi, si materializzerà con i ratei di gennaio. L’aumento degli assegni, naturalmente scaglionati e diversi in base alla fascia dove rientra il pensionato.
Fasce che come al solito sono determinate in relazione al trattamento minimo Inps. Per il 2021 questo trattamento minimo è pari a 515 euro al mese. Perché è importante il trattamento minimo? Perché l’aumento percentuale su tasso di inflazione cambia in base all’importo della pensione commisurato al trattamento minimo.
Infatti l’aumento al 100% o pieno come si dice comunemente, cioè pari all’1,7% (almeno al momento), riguarda solo i pensionati con assegni mensili fino a 4 volte il trattamento minimo. Per chi ha assegni fino a 5 volte il trattamento minimo, si applica il 90% di aliquota, mentre il 75% per chi ha pensioni più elevate.
Va ricordato che essendo scaglionato, il meccanismo prevede l’utilizzo della aliquota meno favorevole solo sulla parte di pensione che ricade nello scaglione successivo.
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