Ormai sembra deciso, al posto della quota 100 sarà inserita una quota 102 per un solo anno e poi si tornerà alla tagliola della Legge Fornero. Si tratta di una misura che aprirà le porte del pensionamento a pochissimi lavoratori, giusto quelli che non hanno raggiunto la quota 100 per un soffio ma solo per mancanza di requisito contributivo.
L’ipotesi è del lavoratore con 63 anni di età e 37 anni di contributi che non ha centrato quota 100 entro il 2021 ma che riuscirà a centrare quota 102 nel 2022.
Ma, appunto, si parla di una manciata di lavoratori, mentre la maggioranza dovrà fare conto solo sulla legge Fornero, che in ogni caso tornerà nel 2023 per tutti, e sulle proroghe di Ape sociale e opzione donna, se saranno approvate.
Quota 102, come funziona?
A quota 102 potranno accedere, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2022, i lavoratori che riusciranno a centrare i dati di uscita entro la fine del 2022. Ovvero 64 anni di età e 38 anni di contributi.
Ancora non siamo a conoscenza del perfetto funzionamento della quota 102. Non si sa, quindi, se saranno previste finestre mobili per l’uscita o se la misura prevederà, come la quota 100, il divieto di cumulo con i redditi da lavoro.
Quello che appare chiaro, però, è che la misura non dovrebbe prevedere penalizzazioni sul calcolo della pensione. Quest’ultimo, quindi, dovrebbe essere calcolato con il sistema misto sui reale contributi versati al momento dell’accesso.
La mancanza di penalizzazione, si ipotizza, è dovuta al fatto che si tratta di una misura ponte, in vigore per soli 12 mesi, per rendere meno brusco il ritorno alla Legge Fornero dopo la scadenza della quota 100. Inizialmente si era prevista anche una quota 104 per il 2023, ma a quanto pare la misura non ha trovato posto nella bozza della legge di Bilancio.
La quota 102, quindi, non dovrebbe prevedere penalizzazioni nel calcolo dell’assegno, ma per averne certezza assoluta è necessario attendere la pubblicazione della manovra in Gazzetta Ufficiale.
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