Durante le audizioni parlamentari il Presidente dell’Inps Tridico ha riprodotto la sua misura di pensione anticipata utile a superare la quota 100.
Una misura destinata a tutti i lavoratori, principio questo cardine anche di quota 100. Nessuna distinzione tra categorie di lavoratori, nessun accenno a lavori gravosi o altro.
La misura di Tridico prevede uscite a 63 o 64 anni con soli 20 anni di contributi. Ma ciò che rende la misura particolare e ottimale sia per le casse dello Stato che per il concetto di flessibilità è la struttura della misura.
Pensione a 63 anni con 20 di contributi, come funziona la soluzione Tridico
Per il Presidente dell’Inps si dovrebbe concedere ai lavoratori la facoltà di uscire dal lavoro a partire dai 63 o 64 anni di età una volta raggiunti i 20 anni di contributi versati. Si tratta della stessa età contributiva della pensione di vecchiaia a 67 anni, solo che si anticiperebbe l’uscita di 3 o 4 anni.
Facoltà abbiamo detto, perché la flessibilità parte proprio dalla libera scelta lasciata al lavoratore, se e come uscire dal lavoro. Infatti la misura è basata su una pensione divisa in due quote. La prima quota, quella contributiva, verrebbe percepita immediatamente alla data di uscita con questa misura anticipata, ovvero a 63 o 64 anni, o ancora dopo, sempre a libera scelta del pensionato. A 67 anni invece, la pensione verrebbe ricalcolata con l’aggiunta della quota retributiva.
Sarebbe il lavoratore a scegliere se è il caso o meno di lasciare il lavoro, se la sola quota contributiva basta per andare avanti nella vita di tutti i giorni o se è il caso di restare al lavoro.
Sostenibilità della misura
La misura pur se estesa a tutti come quota 100, costerebbe di meno alle casse dello Stato. Questo ciò che ha detto Tridico. Ed anche in questo caso è la stessa struttura della misura a far si che questa sia sostenibile. Infatti liquidare la sola quota contributiva produce risparmi. E sono notevoli rispetto alla quota 100 che liquidava (ed a partire dai 62 anni, quindi un anno o due prima) la pensione nella sua totalità.
Inoltre le pensioni con questa misura sarebbero calmierate ad una determinata soglia minima. Infatti verrebbe concessa la prestazione solo a qualcuno. Si tratterebbe di quei lavoratori che in base ai versamenti contributivi riescono a racimolare una pensione pari ad almeno 1,2 volte l’assegno sociale, cioè poco più di 600 euro al mese.
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