Ci sono giornali, siti e televisioni che da giorni danno quasi per certa l’estensione dell’Ape sociale a una serie infinita di altre attività gravose oltre le 15 già previste dalla normativa vigente.
Pensione anticipata per molti lavoratori quindi, almeno stando ai media. La notizia che la commissione parlamentare per le attività gravose, nata con il compito di verificare quali siano effettivamente le attività gravose da tutelare a livello pensionistico (con pensione anticipata), ha prodotto l’elenco da consegnare al governo in vista della legge di Bilancio, probabilmente è stato male interpretato.
Infatti l’ex Ministro Cesare Damiano, uno che di pensione è esperto, membro della commissione di cui prima, ha di fatto smorzato i facili entusiasmi dei lavoratori che in questi giorni hanno letto la loro professione come una di quelle a cui garantire l’uscita a 63 anni come prevede l’Ape sociale.
Ape sociale nel 2022, prima il rinnovo e poi il potenziamento
L’Ape sociale è una misura sperimentale che dal governo Gentiloni in poi, si è rinnovata anno dopo anno, di un anno alla volta. E per il post quota 100 si fa un gran parlare di usare questo strumento come detonatore dello scalone da 5 anni.
Quindi, l’ipotesi di prorogare la misura anche nel 2022 non è del tutto azzardata, come non lo è il fatto che c’è chi intende potenziarla.
Per potenziare una misura destinata solo ad una determinata fetta di popolazione, non si può che pensare ad estendere questa platea. L’Ape, oltre a disoccupati, invalidi e caregivers, è destinata pure ai lavori gravosi.
E attualmente sono 15 le attività gravose previste. L’estensione della platea passa proprio da queste attività. Alle 15 oggi previste, se ne dovrebbero aggiungere delle altre, in base all’elenco che ha predisposto la commissione sui lavori gravosi.
Ma non tutte le attività inserite nell’elenco saranno agevolate in termini di uscita dal lavoro. Lo ha detto l’ex Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano.
Il lavoro della commissione ha trovato 92 lavori gravosi
La commissione di cui da giorni si parla è stata istituita dalla legge 160 nel 2019. Il lavoro della commissione dopo la nascita del governo Draghi è iniziato a maggio, come lo stesso Damiano ha ribadito. Ma per il rappresentante del PD, si tratta del primo step di un lavoro che deve essere più lungo necessariamente.
L’uscita dell’elenco da parte della commissione, secondo Damiano è stata dettata dalla necessità di compilare la graduatoria dei lavori gravosi da aggiungere ai precedenti.
Una graduatoria, e non un elenco di nuove attività da inserire. Sono in tutto 92 le categorie professionali messe in classifica in base alla loro gravosità. Damiano ha confermato come al primo posto in classifica ci sono i conduttori di macchinari per il trattamento dei minerali, oggettivamente soggetti a infortuni e malattie professionali come pochi.
E sono proprio questi i parametri utilizzati per la graduatoria da parte della commissione. Tanto è vero che l’ultima delle 92 attività individuate, sono i redattore di verbali delle assemblee, che in quanto a malattie professionali e infortuni, secondo Damiano anno un rischio prossimo allo zero.
L’ex Ministro ha confermato che la commissione ha prodotto la graduatoria, ma deve essere la politica a scegliere quali attività mettere nell’elenco dei gravosi a cui per esempio si applica pure la quota 41 precoci.
Da Damiano doccia fredda per la pensione ai bidelli
Alla domanda se nei 92 nuovi lavori della graduatoria, ci sono anche i bidelli, Damiano ha risposto con un secco no, parlando di disinformazione. Una doccia gelata per i bidelli, che erano finiti tra le tante attività di cui da giorni si parla come gravosità in funzione della pensione anticipata. La graduatoria in pratica fissa i livelli di rischio per la salute dei lavoratori, rischio che poi deve essere detonato da una possibilità di uscita anticipata dal posto di lavoro così logorante.
Inoltre secondo Damiano per l’Ape sociale si deve finire di rinnovarla anno per anno. Infatti occorre renderla attiva almeno per 5 anni consecutivi e subito. L’idea di fondo infatti è quella che l’allargamento significa tener conto che non tutti i lavori sono uguali e le aspettative di vita sono diverse da lavoro a lavoro.
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