Il Governo presieduto da Mario Draghi studia una Super Ape Sociale per andare oltre Quota 100. Questo il progetto in via di definizione, necessario a fronteggiare la fine della legge che consente di andare in pensione a partire dai 62 anni di contributi dopo il 31 dicembre 2021. L’esecutivo è intenzionato a istituire una specie di elenco delle attività gravose per le quali ci sarà modo di ritirarsi dai 63 anni. Sulla base dell’operato compiuto dalla Commissione istituita dal governo Gentiloni e attualmente capitanata da Cesare Damiano, che ha già finalizzato una prima istruttoria per allargare le mansioni pesanti a 203.
Secondo quanto scrive l’edizione odierna de la Repubblica, i ministri desiderano permettere a un maggior numero di lavoratori di anticipare la pensione a 63 anni con 36 di contributi. Ciò premesso lo svolgimento della mansione per 6 sei negli ultimi sette o 7 negli ultimi dieci anni. Lo strumento prescelto è appunto costituito dall’Ape, un’indennità ponte pari al massimo a 1.500 euro lordi al mese.
Dal 2017 al 2020 hanno utilizzato l’Ape sociale un totale di 4.300 lavoratori. A questi occorre aggiungere la categoria “precoci”, formata da circa 20 mila persone, impegnate in lavori pesanti iniziati quando non avevano neanche compiuto la maggiore età e in possesso di almeno 41 anni di contributi. Nel recente quadriennio il 61 per cento delle domande sottoposte è stata respinta. Anche perché nella lista non figuravano, ad esempio, gli operatori socio sanitari (Oss), a differenza dei socio assistenziali (Osa).
Pensione: nuovo elenco Inail
Adesso Inail ha stilato un nuovo elenco, applicando tre indici ai mestieri identificati dal mansionario di Istat, vale a dire:
• frequenza degli infortuni in confronto alla media;
• giornate medie di assenza per infortunio;
• giornate medie di assenza per malattia.
E così, prendendo solamente in considerazione la fascia dei lavoratori compresa tra i 56 e i 63 anni, emergono 108 mansioni “gravose” relative a 26 classi professionali, ripartite in due blocchi.
Il primo blocco presenta ciascun indice sopra la media. Il secondo due indici su tre. Si tratta di circa 500 mila lavoratori, ma non l’intero bacino sarà assistito dalla misura, in quanto, oltre ai 63 anni di età, servirà pure aver maturato 36 anni di contributi.
“Codici rossi” e “codici bianchi”
Tuttavia, insieme all’elenco Inail, sintetizzato pure in una classifica che contempla 62 classi professionali, di cui le prime 27 individuate come gravose, occorre sommare due mini liste di cosiddetti “codici rossi” e “codici bianchi”. Nella fattispecie, parliamo delle cd. “mansioni siamesi”, vale a dire il gruppo di mansioni gravose, affini alle attuali coperte dell’Ape sociale, però sin qui escluse. Tra queste sono, ad esempio, presenti i già richiamati operatorio socio sanitari, ma pure gli insegnanti delle elementari, i magazzinieri, i forestali, i portantini e i conducenti di bus e tram.
Ora l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale avrà l’onere di quantificare l’impatto delle varie categorie sui conti. Poi, sul ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e il responsabile del Lavoro, Andrea Orlando, ricadrà il compito di decidere quali includere e il budget da stanziare. Sempre dalla commissione provengono ulteriori proposte, tra cui:
• l’abbassamento a 30 anni di contributi come requisiti, almeno per gli edili;
• estendere l’Ape fino al 2026;
• rimuovere i 3 mesi di attesa dopo la Naspi per accedere all’Ape;
• norme di vantaggio per disoccupati di lunga durata, lavoro notturno e donne.
Pensione: le aggiunte ai lavori gravosi
Nell’elenco dei nuovi lavori gravosi si contano pure:
• benzinai;
• bidelli;
• cassieri e commessi;
• falegnami;
• fonditori;
• macellai;
• meccanici;
• operatori di impianti di riciclo rifiuti;
• panettieri;
• pasticceri;
• riparatori di motori di aerei;
• saldatori;
• stampatori e addetti alle attività poligrafiche;
• tassisti;
• trivellatori di pozzi petroliferi;
• valigiai;
• venditori a domicilio;
• verniciatori industriali.
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