RIforma pensioni, un argomento sempre più caldo man mano che si avvicina la data di presentazione della Legge di Bilancio in cui dovrebbe essere inserita la nuova misura flessibile che permetterà la pensione anticipata dopo la scadenza di quota 100.
Le ipotesi avanzate sono molteplici ma le certezze a riguardo sono praticamente pari a zero. Per sapere cosa accadrà dal 1 gennaio 2022 in ambito pensionamento, infatti, è necessario attendere almeno le prime bozze della prossima legge di Bilancio.
Quota 97, cos’è?
Intanto Forza Italia e nello specifico l’ex governatrice della regione Lazio Renata Polverini, ha presentato alla Camera una nuova proposta per la riforma pensioni, quella che ormai è stata ribattezzata la quota 97.
Si tratta di un pensionamento flessibile a 62 anni, la stessa età richiesta dalla quota 100, con almeno 35 anni di contributi. La misura piace ai lavoratori che vedono, così, il pensionamento più accessibile anche rispetto all’attuale quota 100 che di anni di contributi ne richiede 38.
Ma, ovviamente, se la quota 100 era troppo costosa per le casse dello Stato, figuriamoci una quota 97 che apre il pensionamento ad una platea ben più ampia di beneficiari.
E proprio per questo motivo la misura deve prevedere penalizzazioni sull’assegno previdenziale. A pagare l’anticipo, quindi, saranno i lavoratori ed in misura del 2% del proprio assegno previdenziale per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni previsti per la pensione di vecchiaia.
2% di penalizzazione per chi esce a 66 anni, penalizzazione che raddoppia al 4% per chi esce a 65 anni e al 6% per chi esce a 64. Decurtazione dell’8% per chi esce a 63 e del 10% a chi, invece, sfrutterebbe a pieno la quota 97 uscendo a 62 anni.
Una penalizzazione variabile dal 2 al 10%, quindi, che sarebbe il costo che il lavoratore paga per lasciare con anticipo il mondo del lavoro.
Segui MetaNews su Google News e sii il primo a conoscere tutte le Notizie dal mondo.