Che cosa prevede la Legge di Bilancio 2019
Nella Legge di Bilancio 2019 è stato previsto un emendamento che riguarda la TASI, cioè la tassa sui servizi indivisibili che ha sostituito l’ICI. Reintrodotta insieme all’IMU (l’imposta sull’abitazione) sulle seconde case, la TASI risulta essere una tassa comunale che interessa circa 200.000 contribuenti e che prevede numerose aliquote, a seconda della categoria a cui appartiene l’immobile in questione.
Sono esenti le prime case. L’emendamento in fase di approvazione è stato presentato dal vicepresidente della commissione Finanze della Camera Alberto Gusmeroli in Commissione Bilancio.
Si tratta di una misura volta a semplificare questa tassa comunale, predisponendo un testo di 13 articoli che unifichi TASI e IMU e adottando un’unica aliquota. Questa soluzione recepisce una richiesta effettuata proprio dall’ANCI, l’ente che associa tutti i Comuni italiani.
Infatti la presenza di tante aliquote diverse da applicare a seconda della classe catastale alla quale appartiene l’immobile e delle sue caratteristiche, comporta numerosi problemi sia agli enti locali che ai contribuenti. Unificare IMU e TASI è quindi una misura che si pone l’obiettivo di semplificare il meccanismo di riscossione.
L’emendamento dovrà essere approvato in Commissione Bilancio e successivamente dalle due camere del Parlamento. Soltanto in questo modo potrà entrare in vigore e portare a novità consistenti per quanto riguarda le peculiarità e le modalità di calcolo e di riscossione di questo tributo locale.
Le modalità di calcolo della TASI
La TASI è l’imposta comunale che è stata introdotta attraverso la Legge di Stabilità del 2014 e che interessa i servizi indivisibili erogati dall’ente locale nei confronti dell’intera collettività. Di conseguenza risulta essere finalizzata al pagamento della cura del verde locale, dell’erogazione dei servizi cimiteriali, della manutenzione delle strade, dei servizi di protezione civile e dell’illuminazione pubblica.
In base a quanto stabilito dal decreto Salva Italia sono esenti dal versamento di questa imposta gli immobili prima casa, fatta eccezione soltanto per le abitazioni appartenenti alle categorie catastali di lusso. Al contrario questa tassa deve essere versata per tutti i tipi di immobili, ad esempio:
- gli uffici;
- le aree edificabili;
- le seconde case;
- i fabbricati rurali a uso strumentale;
- i negozi;
- gli immobili d’impresa.
Tuttavia bisogna tenere a mente che esistono altre modalità di esenzione e che ogni Comune può determinare in maniera autonoma le aliquote da applicare (facendo riferimento ai valori minimi e massimi stabiliti per legge), le possibilità di introdurre agevolazioni nei confronti di certe categorie di contribuenti e di riduzioni. In secondo luogo si ricorda che il calcolo della TASI deve valutare anche l’estensione in metri quadrati dell’immobile sul quale bisogna versare l’imposta e la sua classe di appartenenza.
Proprio per questo motivo il calcolo dell’ammontare totale della TASI risulta essere complicato e può variare persino in maniera notevole a seconda del Comune competente per territorio. Di conseguenza da anni sia i contribuenti che gli enti locali avvertono la necessità di una semplificazione nelle procedure di calcolo. Il versamento dell’imposta viene effettuato tramite il modello F24 da compilare con il relativo codice tributo.
L’IMU 2018
Distinta dalla TASI è un’altra imposta comunale che riguarda gli immobili di proprietà e per la quale sono esenti gli immobili prima casa. Deve essere versata anche nel caso in cui il contribuente abbia semplicemente un diritto reale sull’immobile, in caso di locazione, uso, usufrutto, comodato oppure enfiteusi. Sono soggetti a questa imposta:
- le seconde case;
- gli immobili prima casa appartenenti alle categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9);
- gli immobili appartenenti a tutte le altre tipologie catastali, come uffici, negozi, laboratori, capannoni e box non accatastati come pertinenze dell’abitazione principale.
Al contrario, sono esenti dal pagamento dell’IMU, oltre agli immobili accatastati come abitazione principale del contribuente:
- gli immobili di proprietà di cooperative edilizie;
- i terreni agricoli di aree semi-montane e montane;
- gli immobili di proprietà di disabili oppure anziani che rimangono sfitti quando i loro proprietari sono ricoverati in modo permanente in istituti e case di cura;
- i terreni a destinazione agro-silvo-pastorale la cui proprietà risulta essere collettiva, inusucapibile e indivisibile;
- gli alloggi sociali;
- i terreni i cui proprietari sono imprenditori agricoli professionali oppure agricoltori;
- i terreni che rientrano nel territorio delle isole minori;
- un’unità immobiliare al massimo che non viene affittata e il cui proprietario appartiene al personale con carriera prefettizia oppure di servizio permanente nella polizia, nelle forze armate o nei vigili del fuoco;
- al massimo un’unità immobiliare non in comodato d’uso oppure in affitto il cui proprietario risulta essere un cittadino italiano residente all’estero, pensionato e iscritto all’AIRE.
La nuova IMU 2019
Nel caso in cui l’emendamento alla manovra venga votato saranno introdotte numerose novità per quanto riguarda le modalità di calcolo di IMU e TASI. Queste due imposte comunali saranno semplificate e unificate, così da dare vita a una nuova IMU 2019.
Di conseguenza la nuova imposta unica porterà all’eliminazione della TASI, che sarà accorpata alla tassa sui servizi indivisibili. L’aliquota massima applicabile sarà l’11,4% e l’abitazione principale sarà esente dalla tassazione.
Invece l’aliquota per gli immobili prima casa sarà pari allo 0,4% e i Comuni potranno autonomamente scegliere se maggiorare l’aliquota applicata, portandola fino a un massimo dello 0,6%. Bisogna tenere a mente che questa misura non è volta a una riduzione della tassazione, ma semplicemente a una sua semplificazione. Infatti nell’emendamento è stata prevista una clausola di invarianza: quindi gli importi versati dai contribuenti devono rimanere gli stessi.
Secondo alcuni esperti, tuttavia, le spese per i cittadini potranno aumentare in diversi Comuni.
Ciò si spiega con il fatto che, in precedenza, l’aliquota massima dell’11,4% era applicabile soltanto nei Comuni dove si era deciso per una maggiorazione alla TASI nel 2014.
Negli altri enti locali il tetto massimo per l’IMU e per la TASI è pari al 10,6 per mille. Proprio per questo motivo la modifica proposta dal PD richiede di fissare l’aliquota massima al 10,6 per mille, permettendo ai Comuni che applicano già questo tetto di inserire una maggiorazione dello 0,4 per mille.
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