La Naspi è un’indennità mensile di disoccupazione che viene erogata dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS), in favore dei lavoratori subordinati che hanno perso il lavoro involontariamente, ossia per cause che non dipendono dalla loro responsabilità.
Naspi è l’acronimo di Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego ed è diventata produttiva di effetti con il Decreto legislativo del 4 marzo del 2015, che ha portato all’introduzione del famoso Jobs Act. L’erogazione del sussidio non è automatico, è infatti necessario che l’interessato presenti una richiesta.
Naspi: a chi spetta e quali sono i requisiti per ottenerla.
Per ottenere il nuovo sussidio universale contro la disoccupazione è necessario che sussistano alcuni requisiti. La prerogativa principale per avere diritto alla Naspi riguarda le modalità con le quali è avvenuto il licenziamento.
Di fatto, è necessario che lo scioglimento del contratto NON sia causato da comportamenti del lavoratore, ma che la perdita del lavoro sia dovuta a motivi che non hanno alcuna relazione con la volontà del soggetto richiedente.
Per poter accedere alla Naspi è necessario rientrare in una delle seguenti categorie di lavoro:
- apprendistato;
- lavoratore dipendente;
- socio di cooperativa che ha instaurato, con la stessa, un rapporto di subordinazione;
- persone che esercitano una professione artistica in relazione ad un accordo lavorativo di tipo subordinato;
- i dipendete impiegati nella Pubblica Amministrazione con un contratto di lavoro a tempo determinato;
- i docenti precari e di supplenza che prestano servizio negli istituti scolastici.
Non hanno, invece, diritto all’indennità mensile di disoccupazione Naspi i dipendenti della Pubblica Amministrazione che sono stati assunti con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, i lavoratori agricoli assunti a tempo determinato, gli extracomunitari che hanno un permesso di soggiorno di lavoro stagionale, i lavoratori che detengono tutti i requisiti richiesti per il pensionamento, i lavoratori che ricevono già un assegno ordinario di invalidità.
Riassumendo, per avere diritto all’erogazione mensile della Naspi è necessario:
- aver subito un licenziamento per cause non imputabili al lavoratore;
- appartenere ad una delle categorie di lavoro sopracitate;
- aver versato regolarmente i contributi per almeno 13 settimane, nei quattro anni che precedono lo stato di disoccupazione;
- aver prestato 30 giorni effettivi di lavoro nell’anno precedente al licenziamento.
La Naspi erogata oltre il licenziamento
Sebbene il requisito indispensabile per avere diritto alla Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale è quello di aver subito un licenziamento, le cui cause non dipendono in alcun modo dalla volontà del lavoratore, la disciplina sulla Naspi prevede altri casi in cui un dipendete può esercitare lo stesso diritto.
In particolare, secondo il Decreto Legislativo del 2015, i lavoratori hanno la possibilità di chiedere ed ottenere il sussidio di disoccupazione Naspi anche in caso di:
- maternità;
- risoluzione del contratto per giusta causa;
- risoluzione consensuale del contratto;
- licenziamento con l’accettazione del della proposta di conciliazione;
- interruzione del rapporto di lavoro a causa del rifiuto da parte del dipendente di trasferimento.
Oltre a i casi appena elencati, hanno il diritto ad ottenere l’indennità di disoccupazione Naspi i lavoratori che hanno perso la loro occupazione e che effettuano la comunicazione di DID al Centro per l’Impiego.
Si tratta di una dichiarazione con la quale l’ex lavoratore si rende disponibile alla ricerca di un impiego finalizzata ad una nuova assunzione, attraverso la partecipazione a corsi di formazione e alle misure di politiche attive per il lavoro.
Naspi e calcolo contributivo
Uno dei requisiti utili ad accedere al sussidio di disoccupazione Naspi è quello contributivo, è infatti necessario che siano stati versati almeno 13 settimane di indennità di contribuzione nei quattro anni precedenti allo stato di disoccupazione.
Nel conteggio della situazione contributiva, il lavoratore può contare anche quelli figurativi.
Si tratta di contributi che vengono accreditati al lavoratore anche nei periodi durante i quali non ha prestato lavoro. Rientrano in questa fattispecie:
- la maternità obbligatoria;
- il congedo parentale;
- le assenze causate dalla malattia del figlio.
Non rientrano nel conteggio dei cosiddetti contributi figurativi i periodi in cui il lavoratore disoccupato si avvale:
- della cassa integrazione ordinaria e straordinaria a ore zero;
- della legge 104 che concede, ai parenti di persone malate o affette da disabilità, di assentarsi per un totale di 24 ore mensili.
La Naspi e la durata del periodo di lavoro
Quando un dipendente subisce un licenziamento per cause non collegabili al comportamento del lavoratore, questo può chiedere che gli venga erogato mensilmente il sussidio Naspi. Tuttavia, per poter esercitare questo diritto è necessario che il richiedente ormai disoccupato abbia rispettato il requisito che riguarda la durata del periodo di lavoro.
In effetti, per poter accedere alla Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale l’ex lavoratore deve aver prestato servizio, nei 12 mesi precedenti, per almeno 30 giorni. Le giornate vengono contagiate a prescindere dall’orario di lavoro.
Per questo requisito sono previste delle eccezioni. Di fatto, rientrano nel conteggio dei 30 giorni lavorativi necessari per accedere al sussidio di disoccupazione anche:
- i giorni di assenza dal lavoro per malattia;
- i giorni di assenza dal lavoro per infortunio sul lavoro;
- i giorni di assenza per esercitare il diritto a congedi o per la legge 104;
- i giorni di assenza previsti per il congedo obbligatorio di maternità;
- i giorni di assenza previsti per il concedo parentale.
Naspi: come fare richiesta
La Nuova Prestazione di Disoccupazione Sociale è concessa solo ed esclusivamente su richiesta dell’interessato. In effetti, è necessario che il lavoratore disoccupato segua una serie di procedure che servono ad inoltrare la richiesta e, allo stesso tempo, sono utili all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale a verificare che sussistano i requisiti necessari per l’erogazione dell’indennità di disoccupazione.
Il lavoratore è tenuto a presentare la domanda di Naspi entro 68 giorni dalla data del licenziamento o dalla data di risoluzione del contratto, trascorsi i quali, decade il diritto ad ottenere il sussidio sociale.
A partire dal 23 febbraio del 2018 è disponibile una procedura semplificata per l’inoltro della richiesta. Si tratta, infatti, di una domanda precompilata che deve essere scaricata dal lavoratore dal sito inps.it.
Per poter utilizzare questo servizio è necessario essere muniti di codice PIN che consente di accedere all’area MyINPS. Una volta ultimato il login, l’utente può scaricare, stampare e compilare la domanda Naspi, cliccando sulla voce I tuoi avvisi. Se tutti i requisiti sussistono, l’INPS autorizza l’erogazione dell’indennità.
Segui MetaNews su Google News e sii il primo a conoscere tutte le Notizie dal mondo.