Pensione di invalidità civile a rischio per moltissimi cittadini. La normativa vuole che il diritto alla pensione di invalidità per invalidi dal 74 al 99% possa essere mantenuto a patto che si mantenga lo stato di disoccupazione. Ma ora una novità ribalta le cose e mette a rischio l’assegno mensile per moltissimi.
Pensione di invalidità: il rischio di perderla
L’articolo 1 comma 35 della legge 247 del 2007 riconosce l’assegno di invalidità civile parziale laddove ci sia inattività lavorativa ma fino ad ora l’INPS ha equiparato l’inattività lavorativa con lo stato di disoccupazione: se un invalido svolge impiego presso cooperative sociali o quando l’attività lavorativa garantisca redditi non superiori a 8145 euro l’anno se per lavoro dipendente o non superiore a 4800 euro se da lavoro autonomo, ha comunque avuto diritto all’assegno mensile di 287 euro.
Con la recente pronuncia della Corte di Cassazione, però, cambia tutto poichè pone insieme al requisito sanitario come elemento costituivo del diritto, anche la mancanza di prestazione lavorativa e di fatto, quindi, toglie il diritto alla pensione di invalidità parziale a tutti gli invalidi che svolgono qualsiasi attività lavorativa.
Da adesso in poi, quindi, indipendentemente dal reddito prodotto qualsiasi attività lavorativa porterà alla sospensione della pensione di invalidità civile parziale. A sottolinearlo, in ogni caso, anche l’INPS nel recente messaggio 3495 del 14 ottobre 2021 con il quale spiega che per continuare a conservare il diritto di ricevere l’assegno mensile di 287 euro è necessaria l’inattività lavorativa, a prescindere dal reddito ricavato da questa.
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