La Legge di Bilancio approdata sul tavolo del Consiglio dei ministri contiene anche importanti modifiche nella disciplina del Reddito di Cittadinanza, con l’intensificazione dei controlli preventivi per il riconoscimento ai presentanti domanda e un taglio dell’importo per chiunque rifiuti due proposte di lavoro.
Reddito di Cittadinanza: gli interventi proposti
La stretta sui controlli preventivi e il taglio dell’assegno – come appena accennato – per chi declina due offerte di lavoro costituiscono modifiche degne di nota. Con la riduzione dell’assegno destinata a diventare progressiva dal secondo rifiuto in poi. Ovviamente, la misura sarebbe rivolta unicamente alle cosiddette categorie di soggetti occupabili. Una restrizione considerevole che esclude minori, anziani e persone con disabilità. Ma non finisce qua. Difatti, il Reddito di Cittadinanza come concepito prevedrebbe la revoca al secondo rifiuto di una proposta occupazionale, anche a tempo, anziché al terzo diniego.
Questi gli scenari vagliati alla cabina di regia sulla manovra atta a confermare una dote aggiuntiva di 791 milioni per il Reddito di Cittadinanza, vale a dire 700 milioni in meno rispetto alle prospettive iniziali, ma che per il 2022 permette di conservare quasi la stessa entità di risorse dell’anno in corso, pari a 8 miliardi e 900 milioni di euro.
I vincoli
Secondo quanto scrive il Sole 24 Ore, l’esecutivo stabilirà dei vincoli in fase di ingresso, ossia effettuerà maggiori controlli nelle richieste, affinché i furbetti vengano prontamente beccati. Senza poi dimenticare le disposizioni riguardo alla permanenza (décalage e sospensione alla seconda richiesta). Al momento l’importo rimane identico per tutti i 18 mesi di durata dell’integrazione reddituale e si perde l’opportunità di percepire il sussidio esclusivamente al terzo no ad una proposta di lavoro congrua. Il che – riporta sempre il quotidiano – è rarissimo che tre offerte congrue arrivino nell’arco dei 18 mesi.
Lo scenario per il Reddito di Cittadinanza prevede una progressiva riduzione degli importi accordati sino a un minimo di 300 euro mensili, stando ai calcoli effettuati dalla Stampa: il tutto anche in assenza di rifiuto di un nuovo posto. Ad esempio, per la Naspi (in tal caso il décalage è in stand-by fino al 31 dicembre causa Coronavirus) è previsto che l’assegno attribuito ai disoccupati si riduca del 3 per cento ogni mese.
Segui MetaNews su Google News e sii il primo a conoscere tutte le Notizie dal mondo.