Un patto tra le parti sociali per il rilancio di un Paese mai come adesso in crisi, per le pensioni, gli ammortizzatori e così via. Questo ciò che emerge dall’Assemblea annuale di Confindustra, appuntamento in cui ha detto la sua il Presidente degli industriali Carlo Bonomi.
Alla Presenza del Premier Mario Draghi, Bonomi ha elencato tutti gli argomenti salienti del momento, a partire dalle riforme che attendono il governo, soprattutto alla luce del Piano di Ripresa e Resilienza del governo.
Si è parlato di pensioni, ammortizzatori sociali e licenziamenti.
Le riforme degli ammortizzatori sociali e delle pensioni
L’Assemblea annuale di Confindustria è stata occasione per Carlo Bonomi di parlare a 360 gradi della situazione economica italiana vista dal punto di vista degli industriali. Secondo il leader di Confindustria, occorre necessariamente che si arrivi ad un patto tra le parti sociali, quindi tra datori di lavoro e lavoratori, o meglio, tra sindacati e rappresentanti delle aziende, per uscire fuori da questa specie di empasse.
Anche sullo sblocco dei licenziamenti Bonomi è stato chiaro. Infatti il tanto temuto boom di perdite di posti di lavoro non si è manifestato. Gli allarmismi della vigilia erano quindi esagerati secondo il presidente di Confindustria.
“La riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive è stata rinviata perché si pensava che il blocco per legge dei licenziamenti fosse la panacea. Una sciocchezza. Plurima”, questo infatti ciò che ha detto a chiare lettere Bonomi.
Anche con il blocco dei licenziamenti, secondo Bonomi, circa un milione di lavoratori ha perduto l’occupazione nel corso del 2020. Ecco perché aver puntato tutto sul blocco, senza velocizzare le riforme del lavoro, cioè quella degli ammortizzatori e quella delle politiche attive è stato un errore.
La ricetta di Bonomi, un ammortizzatore universale
Un ammortizzatore sociale tutto nuovo, che sia di tipo assicurativo, questo lo strumento che secondo Bonomi andrebbe inserito nel sistema per riformarlo.
“Proprio perché il nuovo ammortizzatore universale dev’essere di tipo assicurativo, allora tutti i nuovi soggetti beneficiari lo devono pagare in proporzione all’utilizzo. E se i partiti non vogliono dirlo per ragioni elettorali noi dell’industria non possiamo accettare di restare a far da bancomat come accade già con la Cig, e aggravando per di più la spesa per i contribuenti: ha pienamente ragione il Mef su questo”, questa la presa di posizione di Bonomi.
Capitolo pensioni, da Confindustria no a quota 100
Non poteva mancare un passaggio del Presidente Bonomi sulle pensioni, altro tema caldo e altra riforma da fare.
“L’intervento sulla previdenza non può risolversi in una Quota 100 travestita, applicata magari ai 63enni invece che ai 62enni. Se volete un confronto su agevolazioni per i soli lavori usuranti, parliamone pure. Ma usuranti davvero, non l’ennesima salvaguardia dopo la raffica adottata in questi ultimi anni, che nulla aveva più a che fare né con gli esodati della Fornero, né con lavori realmente usuranti”, così un duro Bonomi ha di fatto bocciato gli ultimi anni di interventi previdenziali.
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