Una vecchia misura potrebbe permettere di detonare il duro colpo che in materia pensioni produrrà la chiusura di una pensione anticipata come lo è la quota 100. Parliamo di una misura nata con la manovra finanziaria 2017 del Governo allora in carica, quello guidato da Matteo Renzi.
SI chiama Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, da cui l’acronimo di Rita. Ed è misura che si può sfruttare a partire dai 57 anni di età.
Pensione a 57 anni con la Rendita, come funziona?
Anticipare la liquidazione della rendita fino a 10 anni prima dell’età prevista per la pensione di vecchiaia a 67 anni. Questo ciò che consente di fare la Rita. La misura come è evidente, si rivolge a lavoratori che hanno scelto di avvalersi di un fondo di previdenza complementare.
Una soluzione di previdenza vera e propria nel vero senso che la parola previdenza ha. In pratica, i lavoratori che con lungimiranza hanno scelto di versare in un fondo complementare per garantirsi una maggiore pensione in futuro, adesso possono sfruttare questi versamenti in anticipo per detonare il rischio che le misure previdenziali canoniche allontanino sempre di più la quiescenza.
E se diciamo 10 anni prima dell’età pensionabile significa che l’opzione è utilizzabile già a 57 anni. Ma è evidente che può tornare utile per quanti corrono il rischio di restare con il cerino in mano dal momento che non sono riusciti a completare i requisiti richiesti per la quota 100 entro il 31 dicembre 2021.
Come funziona la rendita anticipata
La Rendita Integrativa Temporanea Anticipata permette di richiedere la liquidazione anticipata di tutto o di una parte di quanto è stato versato e quindi accumulato nel fondo integrativo. Nata per sostenere i provvedimenti di salvaguardia degli esodati, adesso può tornare utile per sostenere i penalizzati dallo stop di quota 100. Oltre ad essere iscritti ad un fondo di previdenza complementare, occorre anche essere disoccupati. Nello specifico servono:
- Almeno 57 anni di età compiuti;
- Almeno 5 anni di iscrizione e versamenti al fondo di previdenza complementare;
- Aver cessato l’attività lavorativa;
- Essere disoccupati da almeno due anni.
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