Dal 15 ottobre scatta l’ora del Green pass obbligatorio in ogni ambiente di lavoro. Un obbligo che sta facendo piuttosto discutere anche perché non sono ancora chiare le linee direttive. Tra l’altro parliamo di un decreto sull’obbligatorietà che deve essere convertito in legge, e che pertanto è assoggettato ad eventuali (ma riteniamo assai probabili) emendamenti.
Proposte di correzione quindi, anche perché sono già tante le richieste che arrivano direttamente o per vie traverse al governo. Anche i governatori delle Regioni infatti si stanno muovendo in questo senso.
Le novità da lunedì prossimo
Se il 15 scatta l’obbligo del Green pass per tutti i lavoratori, da lunedì 11 scatta lo stop al distanziamento obbligatorio per i lavoratori. Le aziende sono già in allarme perché si stimano in oltre 5,5 milioni, i potenziali lavoratori non ancora vaccinati. Parliamo di italiani in età lavorativa. Le aziende non sanno ancora chi e quali lavoratori sono vaccinati o meno. Lo scopriranno il 15 ottobre, quando dovrebbero partire i controlli.
Il condizionale è d’obbligo dal momento che non si sa nemmeno come si andrà a controllare un lavoratore. Tra questioni di privacy e difficoltà oggettive, una azienda rischia di essere messa in difficoltà quotidianamente dal punto di vista delle attività produttive. Del lavoratore infatti occorrerà controllare il Green pass ogni giorno. Non si potranno annotare le date di scadenza del Green pass di ogni lavoratore. Questione di privacy come si diceva.
Degli eventuali lavoratori senza Green pass quindi, l’azienda ne potrebbe avere notizia solo la giornata in cui si dovrebbe lavorare. Con tutte le problematiche del caso.
Lavoratori senza Green pass, cosa succede
I governatori delle Regioni adesso chiedono correzioni al decreto. Lo ha detto per esempio Zaia, come si legge su Repubblica.
Effettivamente le problematiche sul decreto non saranno poche, sia dal lato dei lavoratori che dal lato delle aziende.
Qualcuno però adesso si chiede perché i partiti prima hanno approvato l’obbligo e adesso qualcuno chiede correttivi.
Non essendo vaccinati, l’unico modo che avranno per ottenere la certificazione verde e poter accedere al lavoro sarà quello di sottoporsi a tampone ogni 48 ore. Una facoltà legittima, scomoda ma perfettamente lecita.
Le aziende rischiano di perdere il controllo delle attività. Così si da al lavoratore la facoltà di fare come crede.
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