Forse aveva ragione chi diceva che il Green pass obbligatorio in maniera rigida come il governo ha deciso di fare, non era possibile. Forse anche i governatori delle Regioni, che prima hanno dato l’ok alla misura e che adesso cercano di tamponare il disastro che si verrebbe a creare un po’ ovunque.
E ora pure il governo corre ai ripari. Dopo la presa di posizione di ieri, con l’eloquente “sul Green pass nessuna marcia indietro”, adesso arrivano le prime ipotesi di deroghe all’obbligo del Green pass che ricordiamo, dal 15 ottobre scatterà in ogni ambiente di lavoro.
Le problematiche del Green pass
Da dove lo si guarda il provvedimento sul Green pass fa acqua da tutte le parti. I vaccini, numericamente non stanno crescendo. E le proteste in piazza, con molta gente alle manifestazioni, non possono essere ridotte solo agli scalmanati delinquenti che hanno assaltato la sede romana della Cgil.
No, esistono persone comuni, lavoratori che anche di fronte all’obbligo, non vogliono vaccinarsi. SU questo il governo deve fare ammenda, perché forse ha pensato male che con il Green pass obbligatorio si arrivasse al 100% dei vaccinati.
Lo zoccolo duro di chi non vuole sentire ragioni di vaccinarsi, regge. E sono quelli che cercheranno in tutti i modi di farne a meno, magari scegliendo la via dei tamponi. Tra l’altro, le fasce deboli della popolazione sono tutte vaccinate ben oltre l’80%, anzi, in alcuni casi al 90% e più.
Continuando con la rigidità si da adito alla teoria che il governo nasconda l’obbligo vaccinale dietro il Green pass. E anche i più tentennanti di fronte a questa evidenza, al vaccino non pensano affatto.
Qualcosa si muove però, e sembra che il governo mediti correttivi
Il viceministro della Salute Costa, ieri ha aperto, ed è la prima volta, al fato che il Green pass ad anno nuovo potrebbe scomparire se contagi e vaccinazioni saranno in numeri opposti ma positivi secondo il governo. Dal 15 ottobre invece, se è vero che sono ancora 3,5 milioni i lavoratori che non sono vaccinati e sono senza Green pass, ipotizzare la caccia al tampone è assai probabile. Oltre 3 milioni di tamponi ogni due giorni sembra un numero insostenibile per farmacie ed altri centri di controllo autorizzati.
Lasciamo pure perdere l’onerosità o la gratuità dei tamponi, ma siamo di fronte a numeri ancora enormi. Senza considerare poi che molti settori lavorativi rischiano di fermarsi se si rispediscono a casa lavoratori solo per l’assenza del Green pass. E così, come riporta il Fatto Quotidiano, Il Ministero dell’Interno ha emanato una circolare in cui dice alle imprese di “valutare test gratis a portuali. Assenze possono compromettere l’operatività degli scali”.
Se non è un passo indietro poco ci manca, perché adesso il Viminale valuta il rischio di blocco dei porti: “Le eventuali defezioni dovute alla mancanza di certificazione possono determinare una grave compromissione dell’operatività. Serve immediato monitoraggio”, questo ciò che emerge nella circolare del Viminale.
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