Il Green pass è l’argomento del momento, il provvedimento di gran lunga più discusso e discutibile di oggi.
Il governo ha deciso di imporre il certificato verde in ogni posto di lavoro, ovunque.
Unico Stato ad imporlo in maniera così rigida e radicale. Su questo nessuno può negarlo, nemmeno i più convinti della bontà della certificazione verde.
Ma sono state numerose le proposte di correzione a questo certificato verde, giunte prima del via libera del Consiglio dei Ministri.
E sono proposte che ancora oggi i promotori continuano a sventolare come cavalli di battaglia. Segno che il Green pass così come è adesso, ha più di qualche problema da risolvere.
Un via libera tribolato per il Green pass
Il governo è andato avanti come un treno nell’imporre il Green pass a tutti o quasi.
Nessuno potrà lavorare senza Green pass, in barba a qualsiasi discorso fatto alla vigilia, che parlavano di certificazione verde obbligatoria nei posti di lavoro dove obbligatoria lo era già per i clienti o dove c’era il problema assembramenti.
Adesso il Green pass servirà anche per lavorare nei campi, in una piccola bottega da falegname e in qualsiasi altro posto di lavoro.
C’è chi sostiene che il Green pass così radicale nasconda l’obbligo vaccinale. L’alternativa al vaccino l’hanno data però. Infatti si può ovviare al vaccino ottenendo comunque Green pass ma con un tampone rapido ogni 48 ore o molecolare ogni 72. Il primo acsoese del lavoratore ma con prezzo calmierato a massimo 15 euro. Il secondo lasciato al prezzo di mercato, con segnalazioni che sottolineano come ci vogliano in media 80 euro a tampone.
La chiamano alternativa, ma non può esser considerata tale. Costringe infatti il lavoratore che non vuole vaccinarsi a sostenere una spesa non indifferente.
L’approvazione del decreto e la popolarità del provvedimento
Il governo ha deciso di operare così anche perché la maggior parte della popolazione sembra d’accordo.
Un po’ perché la paura del Covid ha preso il sopravvento. E poi per il conflitto sociale che è sorto in questi mesi.
C’è chi ha fatto il vaccino perché doveva andare in crociera, e adesso pretende che tutti lo debbano fare. E a 360 gradi, nei bar, dal parrucchiere o sui social, il conflitto è evidente.
Il provvedimento doveva prevedere la fiducia, ma il governo ha deciso di blindare il testo senza approfondire emendamenti e proposte correttive.
In pratica, Green pass imposto a tutti, ai cittadini in primo luogo, ma pure al Parlamento che non ha potuto avere voce in capitolo se non votare quel poco che si poteva votare.
Le proposte correttive al Green pass
C’è chi ha proposto di dare il via libera all’ingresso a scuola ai genitori senza Green pass.
Il decreto infatti prevede il divieto di accompagnare o prelevare i figli a scuola entrando nella struttura.
E per i figli piccoli, nemmeno un loro piccolo malore da in diritto di accesso ad un genitore privo del certificato.
I perché sono senza risposta. Che male farebbe un genitore ad entrare, da solo, con mascherina e mani sanificate in un istituto?
C’è poi chi ha proposto di evitare le limitazioni per i minori di 18 anni. E poi, ancora, test salivari e tamponi gratis come lo è il vaccino. Così sarebbe una alternativa, altrimenti meglio parlare di vaccino obbligatorio. Difficile dire il contrario.
Sui test gratis c’è anche chi propone soluzioni alternative, come il renderlo gratis fino al tetto massimo di 20 tamponi l’anno.
Tornando alla scuola, c’è chi ha proposto di estendere la validità del Green pass tramite tampone, da 48 ore a 5 giorni.
Proposta pure la cancellazione delle sanzioni a carico dei gestori quando non si ottempera alle verifiche del Green Pass.
C’è anche la proposta di annullare il Green pass in zona bianca per fiere, congressi, concorsi pubblici, palestre, centri benessere, musei, mostre e zone di cultura che hanno già un numero massimo stabilito di ingressi.
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