Le notizie di queste ultime giornate probabilmente spingono il governo a pensare di dover rivedere il Green pass.
Nessuna illusione però per i tanti italiani contrari alla certificazione verde.
Infatti, se c’è un pensiero che balena in testa a chi è deputato a prendere queste decisioni, cioè il governo con il Ministero della Salute e la parte scientifica che li aiuta, è di proseguire con il certificato verde, addirittura potenziarlo.
Il calo drastico delle prime dosi di vaccino e la risalita, anche se ancora lieve dei contagi, portano a due strade sostanzialmente percorribili per l’esecutivo.
Prima via, Green pass fino a marzo o all’estate
Dopo l’incremento delle prime dosi di vaccino che gli italiani hanno fatto immediatamente dopo il via all’obbligo del Green pass sul lavoro, adesso c’è un netto calo. Dalle 50.000 prime dosi si è passati a solo 20.000 al giorno. Troppo poco per arrivare all’obbiettivo del 90% della popolazione vaccinata entro la fine di dicembre, quando tra l’altro scadrà pure lo stato di emergenza.
Il sottosegretario Sileri l’altro giorno disse apertamente che il Green pass sarà l’ultima cosa da togliere. Prima devono sparire le mascherine e le altre misure di contenimento del virus, poi il Green pass. E nel discorso sul vaccino addirittura lo stesso Sileri aprì alle terze dosi per tutti da gennaio.
Ed anche il Generale Figliuolo ieri ha rimarcato la bontà del certificato e il fatto che il governo, nonostante i numeri delle vaccinazioni e la conseguente poca spinta che la certificazione verde ha indotto, conti ancora su questo strumento.
E si parla di prorogare l’obbligo del Green pass fino a marzo o addirittura a giugno.
Obbligo vaccinale per altre categorie
E se il certificato verde non aiuta, l’intenzione del governo sembra essere quella di prevedere l’obbligo vaccinale. Naturalmente non per tutti, ma per determinate categorie di persone, magari lavoratori che sono in luoghi di contatto con altre persone.
Nessun accenno a quali categorie il governo avrebbe intenzione di imporre l’obbligo vaccinale, ma se tramite il Green pass alcuni lavoratori stanno ancora andando avanti a tamponi, l’obbligo porrebbe fine a questa alternativa. Solo per ipotesi, potremmo pensare per esempio a personale dei bar, dei ristoranti, dei cinema e così via. In altri termini, poche illusioni che il governo faccia un passo indietro in materia Green pass, anzi, più facile ipotizzare un inasprimento degli obblighi, qualunque essi siano. La cosa evidente in effetti e che le dichiarazioni su Green pass e vaccini arrivano prima del giorno prescelto dal Ministro Patuanelli per riferire al Consiglio dei Ministri le richieste dei manifestanti e dei portuali di Trieste.
In pratica, nessuna speranza che il governo faccia passi indietro sull’argomento.
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