Anche se si parla di Comunità Europea ogni Stato membro ha le due regole e mete in atto le sue politiche.
La UE detta le sue linee guida, controlla ciò che i governi fanno, ma su diversi temi, gli Stati fanno quello che vogliono, o quasi.
Anche sul Green pass, il famigerato certificato verde, che ricordiamo, è uno strumento voluto dalla UE.
Ma come funziona l’uso di questo certificato negli altri Paesi europei? Anche altrove è così rigido come in Italia, dove dal 15 ottobre sarà obbligatorio in qualsiasi posto di lavoro?
Green pass Italia e resto d’Europa, le differenze
Il Green Pass non è obbligatorio in tutta Europa. L’Unione Europea non ha ordinato di renderlo obbligatorio ma ha lasciato mano libera ai vari Stati. Nato, come forse è giusto che sia, per permettere la libera circolazione tra Stati, in tempo di picco dei contagi da Covid, il Green pass in Italia è ormai un dogma su cui la popolazione si è divisa e litiga.
In Gran Bretagna nessun obbligo, come confermato anche dal loro Premier Boris Johnson. Si era ipotizzato di renderlo obbligatorio per la vita notturna, le discoteche, gli spettacoli e le manifestazioni sportive, ma alla fine non viene introdotto. Solo la Scozia, restando al Regno Unito, ha deciso di andare da sola, rendendolo obbligatorio per locali, discoteche, eventi sportivi, spettacoli e concerti.
Nessun Green pass in Danimarca, anzi, nessuna misura anti Covid in vigore a Copenhagen e in tutto il territorio danese. Niente distanziamento, mascherine e così via, perché sono arrivati all’80% della popolazione vaccinata, almeno questo ciò che hanno detto in Danimarca.
In Svezia, Green pass obbligatorio solo per i viaggi da e per la Svezia e da oggi pare che verranno abolite tutte le restrizioni sul Covid in stile Danimarca.
L’Italia ha le regole più rigide in materia Covid, nessun Paese fa come noi
Green pass obbligatorio in Svizzera in ristoranti, alberghi, bar, teatri, cinema, piscine, cioè ovunque. Anche sul lavoro è necessario, ma non obbligatorio. In pratica un datore di lavoro può esigerlo dal dipendente ma a sua discrezione in materia di tutela della salute sul posto di lavoro.
La Francia è forse il Paese che più somiglia all’Italia sul Green pass. Certificato verde obbligatorio per spettacoli, eventi sportivi, fiere, festival , bar, ristoranti, sia all’aperto che al chiuso, ospedali, case di riposo, treni e aerei. Obbligatorio per il personale sanitario, quello di strutture come bar e ristoranti. Negli ospedali i lavoratori, i visitatori e i pazienti devono avere il Green pass.
In Germania Green pass obbligatorio per entrare in ospedale, nelle case di cura, nelle palestre, nelle piscine, nei ristoranti al chiuso, dai parrucchieri o in albergo. In Germania chi non è vaccinato non ha diritto ai tamponi gratis. Ma disco verde per i tamponi antigenici autoctoni, cioè da fare a casa propria.
In Lituania, Lettonia ed Estonia solo i vaccinati possono accedere a ristoranti, palestre, cinema e teatri, in Portogallo obbligatorio il Green pass per alberghi, ristoranti, casinò, palestre, per partecipare come anche come spettatore agli eventi culturali e sportivi con oltre 1000 partecipanti all’aperto o con oltre 500 persone se al chiuso o a cerimonie e feste con più di 10 invitati. Stessa cosa in Belgio, Grecia e così via.
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