Gli ultimi mesi dell’anno non sono propriamente i più felici per un contribuente. Difatti, al di là delle giornate sempre più fredde e corte, bisogna fare i conti con il Fisco e gli importi da corrispondere nelle casse dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Insomma, non un periodo propriamente idilliaco. Del resto, si tratta di un obbligo, al quale è impossibile sottrarsi (a meno di non violare la legge, una pratica che, per ovvie ragioni, non intendiamo però prendere manco in considerazione…). La parte conclusiva dell’anno costituisce, dunque, una specie di “calvario” o, se si preferisce, di “boccone amaro” da digerire dal punto di vista dei tributi da corrispondere alle casse dell’Eraro, perché lo Stato è inevitabilmente spinto a “battere cassa”.
Fisco, i contribuenti perdono la serenità: ecco perché
La situazione è comunque solita: ogni anno capita di affrontare la questione e, volente o nolente, farsi andare a genio l’idea di sborsare un corrispettivo sui ricavi risalenti all’anno precedente, in tal caso nel 2020. Pertanto, andarci a dilungare su tale aspetto risulta poco interessante. O comunque meno meritevole di analisi rispetto alla stretta attualità. Mentre scriviamo, il 2022 si prospetta complesso da gestire e da decifrare sia per l’attuale governo presieduto da Mario Draghi sia per quelli futuri.
Che la situazione economica sia abbastanza traballante è evidente. E lo è ancora di più pensando ai gravi danni provocati dall’emergenza epidemiologica. Gli effetti della pandemia hanno, ça va sans dire, sortito delle ripercussioni sulla crescita di ciascuno dei Paesi europei maggiormente investiti dal contagio. L’attuale esecutivo guidato dall’ex numero uno della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che è salito alla carica di premier dopo la caduta del secondo governo Conte in apertura del 2021, ha inasprito i controlli fiscali lungo l’intera penisola.
E, in ottica della Legge di bilancio che apporterà novità certe per consentire al sistema Italia di continuare la pur modesta crescita economica, la prima dopo il 2020, i trasgressori, sia aziende che privati cittadini, dovranno necessariamente adeguarsi ai tempi. L’evasione fiscale è una piaga che attanaglia qualsiasi Governo esistente ma è particolarmente diffusa in contesti atti a favorirne la proliferazione.
Guerra al contante
La guerra al contante viene percepita “aggressiva” da parte del governo Draghi, ma in realtà l’esecutivo attualmente in carica sta semplicemente portando avanti una strage già avviata in tempi non sospetti, sia dai precedenti Governi sia dal resto del Vecchio Continente. Che non per niente “osteggiano” la circolazione del denaro liquido in favore della moneta elettronica. Non è tanto meno frutto di strane circostanze la decisione dei poteri forti di elaborare appositi bonus concessi per la seconda categoria. Ciò si traduce in un maggior bisogno di tracciabilità delle transazioni di denaro.
Onde scongiurare l’eventualità di lasciare campo libero ai trasgressori della normativa fiscale, dal 1° gennaio 2022, il nuovo limite di contante sarà fissato a 999,99 euro, una riduzione ulteriore di un tetto attualmente pari a 1999,99 euro, con soglie mensili che non dovranno andare oltre i 10 mila euro. In caso contrario, qualsiasi pagamento in contanti sarà debitamente da giustificare pena sanzioni di diverse migliaia di euro.
Segui MetaNews su Google News e sii il primo a conoscere tutte le Notizie dal mondo.