Dopo il picco delle prime dosi di vaccino dei primi giorni di entrata in vigore dell’obbligo del Green pass in ogni ambiente di lavoro, numeri sensibilmente calati. Le vaccinazioni sono in calo e chissà che altro dovrà inventarsi il governo adesso per spingere di nuovo il piano vaccinale.
Lo dice anche Repubblica che dopo i primi giorni adesso le prime dosi di vaccino sono in calo. Chi non vuole vaccinarsi avrà trovato altre soluzioni, e lo zoccolo duro dei non Green pass resta ancora forte.
Più terze dosi che prime, l’effetto Green pass che non c’è
Ci sono lavoratori in malattia, lavoratori che hanno deciso di proseguire coi tamponi, altri in ferie fuori stagione ed altri che addirittura rinunciano allo stipendio. Ormai è finito il boom delle nuove vaccinazioni a seguito dell’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass. Un boom che forse è stato anche meno boom di quanto previsto.
Il governo, il Premier e il Cts forse pensavano di aver risolto con l’obbligo del Green pass in ogni posto di lavoro. Unico Paese ad adottarlo se si escludono Paesi dove la democrazia è una chimera. L’Italia ha pensato di fare così, probabilmente per spingere tutti a vaccinarsi.
Ma l’effetto boom è stato sui tamponi, con migliaia di persone in fila davanti le farmacie in attesa di mettersi a posto col Green pass senza passare necessariamente dal vaccino. Adesso anche il Generale Figliuolo, quello che doveva “stanare” i non vax, ha chiesto alle Regioni di “estendere l’orario per eseguire i test rapidi e di accettare clienti non prenotati”, come si legge su Repubblica.
Infatti il dato eloquente è che in Italia da due giorni a questa parte, si somministrano più terze dosi che prime.
I numeri dei vaccini non salgono più
Secondo i dati, da 48 ore le prime dosi di vaccino, che erano salite a 75.000 al giorno a cavallo dell’entrata in vigore dell’obbligo, sono tornate a 50.000, in pratica ai livelli precedenti. Chi si doveva mettere a posto lo ha fatto, o meglio, chi tentennava. Chi non voleva invece, ha preferito le vie alternative, tampone in primis.
La speranza adesso, per governo e per la campagna vaccinale è che chi ha scelto il tampone, ala fine si stanchi e decida di vaccinarsi. Tre tamponi a settimana e 45 euro di spesa settimanale in più saranno un deterrente a proseguire così?
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