Dopo le elezioni locali, se l’economia dell’Italia dovesse crescere, questo potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per Draghi verso il Quirinale: a pensarlo, numerosi osservatori in campo politico e finanziario. Tutto passa per le riforme imposte dall’Unione Europea: se il nostro Paese le approva e se l’UE dà l’ok, arrivano tutti i circa 200 miliardi di Recovery Fund per ripartire dopo il Covid.
Con quei soldi, parecchi settori possono rinascere. Infatti, c’è la giacca di Draghi tirata da più parti: chiunque, legittimamente, desidera avere quel denaro per il proprio comparto industriale.
Adesso, Mario Draghi (classe 1947) è, come dal 13 febbraio 2021, presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana. Ha ereditato una situazione politica ed economica pesante, gestita davvero male da Conte. Mentre Sergio Mattarella (classe 1940) è presidente della Repubblica dal 3 febbraio 2015. Il settennato di Mattarella è quasi finito, e uno dei nomi papabili alla successione è quello di Draghi.
Ma molto dipenderà dal successo economico della nazione durante la sua presidenza del Consiglio: occorre anche capire quanti e quali settori economico-industriali riuscirà ad accontentare con i 200 miliardi del Recovery Fund.
Draghi per la transizione energetica
Quella di Draghi sarebbe una più che legittima scalata al Colle. Anche se il presidente del Consiglio non si è mai espresso in materia. Un secondo elemento chiave è quello climatico, strettamente legato all’economia: l’UE spinge con tutte le sue forze per la transizione energetica e per combattere la CO2 nonché l’innalzamento della temperatura globale. Così, la presidenza italiana del G20 sta lavorando per garantire l’impegno a limitare il riscaldamento della Terra. “È nell’interesse di tutti raggiungere questo obiettivo”: ha detto Mario Draghi, intervenendo in videocollegamento al Summit B20.
Clima ed economia, cosa c’entra? Ecco la risposta. “La Banca Centrale Europea stima che il cambiamento climatico incontrollato causerà un calo del 40% della produttività delle aziende entro il 2050”: parole del premier. Soluzione: abbiamo bisogno di finanziamenti privati su larga scala, insieme a maggiori investimenti pubblici, per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, sostiene Draghi.
Non solo: le aziende sono esattamente al centro della transizione ecologica. Dovranno cambiare la struttura produttiva, adattarsi alle nuove fonti di energia “e il Governo è pronto a supportarle”.
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