Con l’avvicinarsi del 2019, la questione della disdetta canone RAI torna ad agitare come ogni anno i sonni degli italiani. Se i nostri connazionali detestano molti balzelli, proprio l’abbonamento all’ente pubblico radiotelevisivo rappresenta forse quello più detestato in assoluto, oltre che il più evaso.
Almeno sino a quando l’esecutivo guidato Matteo Renzi non ha deciso di immettere il suo pagamento all’interno delle bollette elettriche, sono stati moltissimi gli italiani che per un motivo o per l’altro hanno infatti deciso di non corrispondere quanto dovuto. Una abitudine stroncata proprio dalla decisione di incorporarlo in bolletta, quando nonostante il taglio della tassa, portata a 100 euro, l’incasso complessivo si è alzato di oltre 300 milioni.
Disdetta canone RAI nel 2019
Naturalmente, è anche possibile dare la disdetta del canone RAI nel caso si rientri in una delle categorie ammesse all’esenzione o si abbia intenzione di non vedere più trasmissioni televisive di alcun genere.
Ad esempio può senz’altro smettere di versare il canone il cittadino che decida di alienare il suo televisore (si tratta infatti di una tassa di possesso), il possessore di una seconda abitazione (si paga solo un canone indipendentemente dal numero di apparecchi posseduti) o quello che abbia affittato un immobile di cui riscuote il canone, ma in cui la visione della televisione sia riservata agli inquilini.
Altre particolari categorie possono poi essere esentate, tra cui gli agenti diplomatici, i funzionari di organizzazioni internazionali (ONU, UNICEF, UNESCO, ad esempio), i militari delle forze NATO o di quelle del nostro Paese.
Vanno poi considerati tra i destinatari di esenzione coloro che non hanno mai posseduto un apparecchio televisivo, anche se poi magari assistono ad alcuni eventi in streaming fruendo di dispositivi tecnologici come il personale computer.
Anche gli anziani possono accedere all’esenzione, in particolare coloro che hanno varcato la soglia dei 75 anni entro il varco temporale all’interno del quale dovrebbero pagare il canone e non oltrepassino una determinata soglia di reddito, fissata attualmente a 8mila euro, quota che deve comprendere non solo il reddito dell’intestatario, ma anche quello del coniuge.
Come procedere per chiedere la disdetta del canone RAI nel 2019
Chi rientri in una delle categorie che sono esentate dal pagamento può senz’altro procedere alla disdetta del canone RAI anche nel 2019.
Per poterlo fare e rendere nota all’Agenzia delle Entrate la motivazione che pone le basi per avere diritto all’esenzione, si può senz’altro utilizzare l‘autocertificazione. Come tale si intende la dichiarazione sostitutiva dell’atto notorio, ovvero quella particolare dichiarazione scritta che consente ai cittadini italiani di fornire notizie o assicurazioni alle amministrazioni statali.
Il tutto avviene sotto la propria responsabilità personale. Ciò vuol dire che quanto dichiarato deve corrispondere a pura e semplice verità e in caso contrario non solo verrà a decadere il diritto maturato, ma il trasgressore potrà anche essere perseguito da un punto di vista puramente legale.
Nel caso specifico, l’autocertificazione può essere esercitata inviando la propria dichiarazione scritta tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure utilizzando l’apposito modulo per la disdetta del canone RAI fornito dall’Agenzia delle Entrate.
Entro quando deve essere inviata la disdetta del canone RAI?
Occorre anche sottolineare come la possibilità di essere esonerati dal pagamento del canone RAI possa essere esercitata entro un determinato termine, per poter essere considerata valida. Tale termine, per il 2019, è costituito dal 31 gennaio, per chi intenda avvalersi della totale esenzione, e dal 30 giugno, per coloro che invece possono avvalersi di un esonero parziale, magari perché le condizioni di cui abbiamo parlato sono maturate nella finestra temporale compresa tra il primo giorno di febbraio e l’ultimo di giugno.
Come si può inviare la richiesta di disdetta del canone RAI?
La disdetta del canone può essere inoltrata in modi diversi. Ad esempio lo può fare in modo diretto l’intestatario dell’utenza elettrica collegata ad esso o il suo erede, usufruendo dell’applicazione messa a disposizione sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate, non senza prima aver provveduto a dotarsi delle credenziali Entratel o Fisconline necessarie per poter attivare l’iter.
Oppure si può fare ricorso agli intermediari provvisti di una specifica abilitazione, i quali avranno poi l’obbligo di rilasciare una copia della ricevuta emessa dall’Agenzia a colui che ha chiesto la disdetta, avendo però cura di conservare non solo l’originale della dichiarazione sostitutiva firmata dal dichiarante, ma anche la sua delega.
Nel caso non si abbia la voglia o la possibilità di sfruttare la via telematica, si può comunque provvedere ad inviare il tutto per via postale. In questo caso la raccomandata con ricevuta di ritorno deve essere accompagnata dalla fotocopia di un documento di riconoscimento in fase di validità, a questo indirizzo:
“Agenzia delle Entrate, Ufficio di Torino 1, S.A.T. – Sportello Abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino.”
Il suggellamento non è più valido
Come abbiamo già ricordato, il canone di abbonamento RAI è una delle tasse più indigeste ai nostri connazionali. Nel passato in molti hanno fatto ricorso ai più svariati metodi per cercare di non piegarsi a quella che era vista alla stregua di una vera e propria imposizione.
Tra i metodi utilizzati con più frequenza c’era anche il cosiddetto suggellamento? Di cosa si tratta? In pratica chi, per un motivo o per l’altro, non voleva più guardare le trasmissioni televisive, ma voleva continuare a godere del possesso dell’apparecchio, magari per adibirlo ad oggetto di arredamento o in attesa di regalarlo a qualche familiare, lo faceva richiudere in apposito contenitore in modo tale da renderne impossibile la visione.
Proprio per effetto della Legge di Stabilità che ha immesso il canone in bolletta elettrica, questa modalità non potrà più essere praticata.
Le sanzioni per chi non paga il canone RAI
Per chi nonostante tutto abbia comunque intenzione di sottrarsi al pagamento del canone RAI, vanno comunque ricordate le sanzioni previste. In pratica ove le autorità preposte dovessero ravvisare una violazione dell’obbligo, potranno emettere una multa che può andare da un minimo di 200 euro sino ad un massimo di 600 €.
Come abbiamo ricordato anche falsare l’autocertificazione può avere conseguenze di larga portata, in quanto la violazione della legge che regola questo istituto può comportare anche rilievi di carattere penale.
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