Zero gender gap. È il nome assegnato al patto, rientrante nel Disegno di legge Family Act, sottoscritto dai rappresentanti di 30 compagnie italiane e internazionali, in occasione del Women’s Forum G20 Italia, organizzato a Milano. L’idea alla radice è di permettere ad ambedue i genitori di lavorare e, al contempo, di crescere i figli, mediante il congedo parentale. La necessità consiste nel rendere la parità di genere effettiva, dando così modo alle donne di dedicarsi alla propria carriera, oltre che agli affetti familiari.
Il congedo parentale nel Family Act
Per il disegno di legge si batte da tempo Elena Bonetti, ministra della Famiglia e le Pari opportunità. L’esponente di Italia Viva ha sottolineato che l’esecutivo si è assunto un impegno. E andrà avanti sulla strada imboccata per assicurare il congedo di paternità obbligatorio al di là dei 10 giorni previsti. Attraverso il Family Act, sono previsti fino a tre mesi di congedo di paternità con un incremento graduale. Tuttavia, l’importante è parificare la responsabilità maschile a quella femminile, ha affermato la Bonetti.
In altri Paesi il periodo di congedo in seguito alla nascita del figlio è di gran lunga superiore all’Italia. Per esempio, in Spagna è stata da poco introdotto la decisione di accordare tre mesi di congedo ai padri, una posizione che fin qui ha destato ottimi risultati.
Elena Bonetti ha poi tenuto a rimarcare che la riforma complessiva dei congedi parentali è in programma nel Family Act. L’Italia ha posto il tema al centro dell’attenzione nel corso dell’intero G20 e il Governo è attivo affinché ci si avvii sempre più verso la parità di genere.
Il congedo parentale rappresenta una delle numerose forme di discriminazione presenti nella penisola in ambito lavorativo. La finalità del Family Act, secondo la ministra delle Pari opportunità, è ribaltare tale schema. A suffragio della disparità presente, sono il divario salariale e il costo più alto per un’impresa nell’assunzione di una donna. Inoltre, il Disegno legge mira all’obiettivo di contrastare il crollo delle nascite, viste la situazione del Belpaese, nelle posizioni di fondo europee per natalità.
Ai microfoni la ministra ha, dunque, manifestato orgoglio, poiché, sotto la presidenza italiana del G20 e in un momento storico cruciale del genere, gli amministratori delegati di società di tale calibro hanno aderito a un rilevante e concreto impegno per il raggiungimento della parità di genere e l’empowerment femminile.
She covery for all
Il cd. Zero gender gap è un accordo per dare forma a una “She covery for all”, vale a dire una ripresa inclusiva che ponga il ruolo femminile al centro dell’Agenza del 2020. Tramite il patto in questione verranno avanzate 10 proposte operative ai grandi del Pianeta riuniti a ottobre a Roma.
La presenza di un padre attivo, che divide equamente il lavoro familiare con la mamma , può diventare agli occhi dei piccoli pure un modello positivo e incoraggiare le aspirazioni delle bambine. Ecco perché il Family Act persegue il proposito di aumento gradualmente il congedo di paternità, al fine di parificare la responsabilità maschile a quella femminile. Attendiamo, perciò, il voto conclusivo alla Camera e la decisione definitivo dei senatori.
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