I contribuenti possono tirare un attimo il fiato, per quanto riguarda il debito cumulato con l’Agenzia delle Entrate. È questa la richiesta che il Parlamento ha presentato al Governo affinché presti il consenso, riguardo a chi ha ricevuto dal 1° settembre 2021 le cartelle esattoriali.
Cartelle esattoriali, c’è più tempo per risanare la posizione con l’Agenzia delle Entrate: la proposta avanzata in Parlamento al Governo
La proposta avanzata prevede di versare quanto dovuto entro i 150 giorni successivi alla data di notifica. Detto altrimenti, le Camere desiderano che il cittadino abbia 5 mesi a disposizione dal giorno in cui il soggetto interessato ha ricevuto la cartella per risanare la posizione nei confronti dell’Erario. Insomma, 5 mesi tondi tondi per regolare i conti, senza incorrere in sanzioni.
Un maggior margine di manovra per sistemare la situazione: i danni causati dal Covid-19 impongono più tolleranza
L’idea suggerita metterebbe meno con le spalle al muro i cittadini. Soprattutto ringrazierebbero coloro che farebbero altrimenti fatica a corrispondere il necessario per via di difficili condizioni economiche. Le conseguenze sortite dal Covid-19 anche in termini lavorativi sono arcinoti e prima di rivedere la luce servirà tempo.
Intanto, bisogna pensare a proteggere le categorie di persone più fragili, magari perché hanno finito per perdere la loro occupazione oppure il settore dove operano ha subito un brusco stop, date le misure di emergenza attuate dall’esecutivo al fine di contenere la pandemia. In tal senso, un esempio concreto di manovre solidali concerne le terme, per cui – lo ricordiamo – sarà attribuito un buono agli istanti a partire dal prossimo 8 novembre 2021.
La scadenza potrebbe scendere da 150 a 120 giorni
La richiesta delle commissioni Finanze di Senato e Camera, se approvata, rientrerà nel DF associato alla manovra. Così facendo, entrerebbe immediatamente in vigore il prolungamento del termine per il saldo delle cartelle esattoriali. Un intervento che mira a evitare il rischio di procurare ulteriori disagi ai cittadini e alle imprese già schiacciati dalla crisi dettata dalla pandemia da Covid-19. Tuttavia, il Governo potrebbe ritoccare i tempi ipotizzati in Parlamento. E concedere, pertanto, non 5 ma 4 mesi a disposizione dalla data di notifica per saldare il debito. Anziché 150 giorni si scenderebbe, dunque, a 120.
Accanto alla proroga dei termini per il pagamento delle cartelle esattoriali, le Camere chiedono al Governo di ampliare il margine a chi non ha fatto in tempo a versare le rate di rottamazione ter e saldo e stralcio per recuperare gli arretrati. In tal caso, il limite temporale fissato è pari a 18 mesi. Pure tale proposta probabilmente finirà nel decreto fiscale che verrà a breve firmato dall’esecutivo.
Cartelle esattoriali: non si esclude un permanente ritocco alle regole
In ogni caso, non si esclude a priori un permanente ritocco alle regole. E l’introduzione di una norma che scongiuri il “pericolo” della decadenza immediata delle rateizzazioni a chi è chiamato tuttora a riconoscerle. In pratica, competerebbe all’Agenzia delle Entrate – Riscossione domandare al debitore di sistemare la situazione entro 60 giorni. Solamente qualora la richiesta venisse disattesa e trascorressero i due mesi inutilmente, il contribuente rimarrebbe escluso dal piano di dilazione.
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