L’amministratore delegato del gruppo Rai ha presentato una richiesta, quantomeno singolare, in commissione di vigilanza. Difatti, l’alto esponente del servizio radiotelevisivo pubblico ha affermato che il canone Rai corrisposto alle autorità statali va esteso pure a coloro i quali detengono tablet e smartphone. Finora la questione non era mai stata sollevata, da qui la sorpresa (e lo sdegno) che provocherà senz’altro nei cittadini. La mossa non provocherà senz’altro nessun effetto simpatia, tuttavia la possibilità è quantomeno da prendere in esame.
Canone Rai anche per smartphone e tablet: la giustificazione
Ma qual è la giustificazione accampata per sostenere una manovra del genere? L’azienda non navigherebbe proprio in floride acque e, pertanto, necessiterebbe di nuovi finanziamenti. Le difficoltà economiche riscontrate (probabilmente anche per via del delicato periodo affrontato dall’industria in generale) hanno creato una situazione delicata. E, come spesso purtroppo capita, i primi chiamati in causa sono i consumatori, martoriati in fin troppe occasioni.
Inoltre, la Rai è terrorizzata dall’uscita del canone della bolletta per la fornitura di energia elettrica. Quando ciò accadrà sarà di nuovo concessa l’opportunità ai “furbetti” di porre in pratica degli escamotage per esonerarsi dal pagamento e farla franca. Di conseguenza, la società mette le mani e chiede di estendere l’odiato canone persino ai moderni dispositivi tecnologici, vale a dire gli smartphone e i tablet. In pratica, anche qualora non si possieda un televisore, toccherà saldare il canone pure semplicemente per il fatto di detenere un cellulare, ovviamente di questa epoca.
Grazie alle importanti innovazioni apportate dai moderni colossi del settore, è consentito pure gustarsi lo streaming. E, dunque, la stessa trasmissione in diretta od on-demand dei contenuti del servizio radiotelevisivo pubblico, mediante la fruizione dell’app Rai Play o l’accesso dal browser, configurato sul device.
Perché la proposta apre alle discussioni
La proposta lascia francamente perplessi, per una serie di ragioni che ora vi andremo a illustrare. Innanzitutto, è stata avanzata in un momento dove, almeno “sulla carta”, le istituzioni sostengono di voler aiutare le famiglie italiane a risollevarsi. La disoccupazione alle stelle e una spirale inflazionistica assai insidiosa complica praticamente impongono un intervento celere, mosso dallo spirito solidale verso i cittadini.
Non per mettere il dito nella piaga, ma, a tal proposito, non si può non notare che dal 2022 svaniranno tanti dei bonus fin qui accordati agli aventi diritto. Importante è poi sottolineare come i rincari delle bollette luce e gas rappresentano un primo assaggio di un fenomeno d’inflazione a 360 gradi, destinato a colpire sostanzialmente qualsiasi comparto, andando a impattare in modo decisamente pesante sulle finanze dei contribuenti. In circostanze del genere, pensare di ampliare l’ambito di applicazione del canone Rai ci sembra fuori luogo.
La retorica dei sacrifici non può riguardare unicamente le famiglie, già sufficientemente messe con le spalle al muro. Sarebbe opportuno, al contrario, dare un po’ di respiro e chiedere alla stessa Rai un’ottimizzazione dei costi. Specialmente perché, anche se pur parlandone quotidianamente, non è tuttora chiara la portata del fenomeno dell’inflazione. Speriamo dunque che la Commissione di Vigilanza valuti la proposta con la massima prudenza.
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