Con la precedente Legge di Bilancio è stato introdotto un bonus di 80 euro mensili erogati in favore di tutti i dipendenti che rientrano nella prima fascia di reddito valida per il calcolo dell’Irpef, ossia quella forchetta che parte da 8.174 euro annui lordi e arriva a 24.600 euro, conosciuto anche come bonus Renzi 2018, che in busta paga è individuabile sotto la voce credito art. 13 TUIR, viene assegnato in automatico ai lavoratori dipendenti che ne hanno diritto e che, quindi, hanno un reddito che non supera i 24.600 euro.
Per coloro che invece hanno un reddito annuo che supera la suddetta cifra fino ad arrivare a 26.600 euro annui lordi, è previsto un ricalcolo del sussidio che, quindi, non sarà erogato al 100% ma con un’aliquota corrispondente al reddito effettivo.
Il bonus Renzi: come ottenerlo e chi ne ha diritto
Quando nel 2014 il bonus di 80 euro mensili è stato inserito nei cedolini di milioni di italiani, la faccenda ha sollevato pesanti critiche dovute all’entità della somma di denaro, ma anche perché si temeva rientrasse nel calcolo della base imponibile.
In sostanza, si era diffusa l’idea sbagliata che i famosi 80 euro che l’allora Primo Ministro Matteo Renzi stava dispensato agli italiani, sarebbero comunque tornati allo Stato sotto forma di imposte. Niente di più falso.
Per ottenere il Bonus Renzi il lavoratore dipendente non deve fare nulla, infatti l’erogazione avviene in automatico se sussistono i requisiti necessari a riceverlo. Ma quali sono gli elementi che consentono ad un dipendente di ottenere il buono di 80 euro al mese?
Oltre ai requisiti di reddito, per avere diritto al bonus Renzi è necessario appartenere ad una di queste categorie di dipendenti:
- – il lavoratore con un reddito da lavoro subordinato o assimilati del settore pubblico oppure privato;
- – il lavoratore percepisce un sussidio di disoccupazione;
- – il lavoratore è socio di una cooperativa;
- – il lavoratore è stato messo in mobilità o in cassa integrazione;
- – il lavoratore è stato assunto con un contratto a progetto a tempo determinato;
- – il lavoratore presta servizio nelle forze dell’ordine;
- – il lavoratore ottiene retribuzioni per attività sacerdotali;
- – il soggetto percepisce un assegno a titolo di formazione professionale o di borsa di studio.
Bonus 80 €
Il lavoratore che è in possesso dei requisiti per poter ottenere il bonus Renzi 2018 non deve effettuare alcuna richiesta, perché il compito di verificare che i presupposti, reddituali e non, siano presenti e validi per l’erogazione del bonus spetta al datore di lavoro.
Tuttavia, esistono alcuni mestieri per i quali il datore di lavoro non rappresenta il sostituto d’imposta e quindi non liquida gli 80 euro in busta paga, come ad esempio le colf, i giardinieri o le badanti.
In questo caso, se sono presenti i requisiti di reddito, il lavoratore percepisce il bonus in un’unica soluzione al momento della dichiarazione dei redditi.
Durante il periodo in cui avviene l’erogazione del buono di 80 euro potrebbero verificarsi delle inesattezze.
In particolare si può presentare il caso in cui il bonus venga accreditato pur non essendovi i requisiti richiesti per percepirlo. In tal caso, è compito del lavoratore dipendente informare il datore di lavoro dell’errore.
Se il lavoratore non dovesse comunicare l’imprecisione e continuasse ad incassare il bonus in modo illegittimo, al mese di dicembre (quando avviene il conguaglio) oppure al momento della dichiarazione dei redditi, sarà tenuto a restituire il bonus percepito (per intero o in parte).
Bonus Renzi e no tax area
Anche se lo scopo del bonus è quello di offrire un sussidio a coloro dichiarano di avere un reddito che si posiziona nella prima fascia, prevista per il calcolo dell’Irpef, questo non è concesso alle persone che hanno un reddito inferiore agli 8.174 euro, perché le loro entrate si posizionano nella cosiddetta no tax area.
In sostanza, quando un lavoratore dichiara di percepire un reddito inferiore alla suddetta cifra è automaticamente esonerato dal versamento delle imposte e, per questo motivo, non ha diritto al bonus di 80 euro.
La no tax area varia in base la tipo di lavoro che si svolge, ad esempio i lavoratori occasionali hanno un limite di 5.000 euro lordi all’anno, ma senza dubbio il valore più alto che definisce questo scaglione è proprio quello degli 8.147 euro.
La nuova Legge di stabilità e il Bonus Renzi
Stando a quanto si legge sui giornali e alla dichiarazioni dei principali esponenti politici (es. il Ministro Tria), con la prossima Legge di Bilancio il bonus, introdotto dal Decreto Legge n.66 dell’aprile del 2014, subirà importanti modifiche.
Il Bonus Renzi non è destinato a sparire, ma a partire dal 2019 non sarà più un credito erogato ai lavoratori dipendenti, bensì una riduzione fiscale.
La novità relativa al Bonus di 80 euro è figlia di un cambiamento ben più ampio che riguarda il calcolo dell’Irpef. Di fatto, il nuovo Governo sembra essere intenzionato a ridurre le fasce di reddito per il calcolo dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche passando dai cinque scaglioni attuali, a tre.
Questa manovra economica prende il nome di flat tax e ad oggi sono ancora poche le informazioni al riguardo, di fatto non ci sono ancora dati certi e al puzzle finale si vanno aggiungendo di giorno in giorno sempre più pezzi, grazie alle dichiarazioni rilasciate dai ministri e dagli esponenti politici.
La questione relativa al Bonus Renzi è infatti tutta da verificare, l’unica certezza riguarda la trasformazione da credito ad una riduzione fiscale, ma ancora non ci è dato sapere in che misura ciò avverrà.
Ipotesi sul Bonus Renzi per il 2019
Nonostante le informazioni frammentarie raccolte fino ad oggi, relative alla prossima Legge di Bilancio che introdurrà importanti modifiche circa l’Irpef e le imposte sui redditi da lavoro dipendente, è comunque possibile immaginare quali saranno gli scenari per il 2019.
Quasi sicuramente il bonus Renzi di 80 euro 2019 si trasformerà in una agevolazione sulle imposte che avrà lo scopo di finanziare il reddito di cittadinanza, ossia la novità tanto voluta dal Movimento Cinque Stelle e dai suoi esponenti.
Per coloro che fino ad ora hanno beneficiato di questo sussidio il cambiamento non sarà percepito, perché è vero che non avranno più in busta paga gli 80 euro di Renzi, però si ritroveranno con uno stipendio o una pensione netta mensile maggiorata della stessa cifra.
La vera differenza risiede nel fatto che, invece di essere un bonus erogato sarà una riduzione delle detrazioni fiscali, quindi 80 euro di imposte in meno da versare al mese.
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