Bonus antiplastica, arriva la misura: fino a 5 mila euro

Dopo una lunga (e apparentemente interminabile) attesa, il bonus antiplastica è realtà per chi rinuncia alla confezione.

Bonus antiplastica

Non sarà il più ‘popolare della scuola’, tuttavia il bonus antiplastica ha un suo perché. Da una parte gli esercenti hanno modo di dimostrare, con azioni concrete e non solo a parole, di tenere in considerazione le sorti del pianeta, attivandosi affinché gli sprechi e i soprusi dell’ecosistema diminuiscano sempre di più. Sul versante opposto c’è, invece, un aspetto economico, non meno significativo. Anzi, i numeri in tal senso parlano forte e chiaro: l’importo in oggetto può arrivare fino a ben 5 mila euro. Ed in particolare per chi rinuncia alla confezione prediligendo la vendita di prodotti sfusi.

Bonus antiplastica, un contributo a fondo perduto: in che modo trarvi beneficio

Il contributo concesso dalle autorità competenti in materia – lo sottolineiamo – viene erogato a fondo perduto. In buona sostanza, mira alla sostenibilità ambientale, mediante una minore produzione di rifiuti. Condizioni propedeutica all’ottenimento della somma promessa, come abbiamo appena indicato, la vendita dei prodotti sfusi, senza il classico packaging.

In realtà, della misura se ne parlava già da tanto tempo, da anni. Finalmente ora lasciato passare quasi un biennio in seguito all’apposito decreto di attuazione, il bonus antiplastica si è finalmente tramutato in qualcosa di concreto. Non per mettere il dito nella piaga, tuttavia la relativa introduzione risale al decreto Clima del mese di ottobre del 2019.

Nella fattispecie, il bonus antiplastica risponde a un dato obiettivo: supportare l’attività di vendita di prodotti del detergente alimentare. E di detergenti sfusi da parte delle piccole botteghe di vicinato. Eppure, al contributo in oggetto, fino, naturalmente, ad esaurimento dei fondi stanziati, ha facoltà di accedere anche la grande e la media catena di distribuzione commerciale. Quella che, all’interno dei punti vendita, predispone delle apposite aree. E indirizzate proprio alla vendita dei beni sfusi, quelli cosiddetti alla spina nel momento in cui il discorso verte sui detersivi.

Le condizioni per aggiudicarsi l’incentivo diretto agli esercenti

Per aggiudicarsi il bonus antiplastica bisogna rispettare delle condizioni prestabilite. Un vincolo va osservato rigorosamente, altrimenti il rischio è di perdere completamente il vantaggio. Ebbene, per accedere al bonus antiplastica l’esercente ha l’onere di provvedere alla vendita di articoli sfusi per un periodo pari o superiore a 3 anni. In caso contrario, scatterà la revoca. Peraltro, l’esercente addetto alla vendita avrà la facoltà di porre in atto il meccanismo della cauzione. Tuttavia, non disporrà della facoltà di cedere i prodotti avvalendosi dei contenitori monouso.

In accordo con quanto è stato riportato da IlSole24Ore, il decreto di attuazione è arrivato dal ministero per la Transizione ecologica, siglato dal ministro Roberto Cingolani. E con la controfirma di Giancarlo Giorgetti, il ministero per lo Sviluppo economico. Fino al momento in cui i fondi stanziati non verranno completamente prosciugati, l’agevolazione sarà corrisposta in ordine di presentazione delle domande.

Pertanto, se rispettate i requisiti succitati non aspettate mosse da parte del ministero, piuttosto siate voi ad attivarvi cosicché abbiate occasione di accaparrarvi la cifra in questione. Entro 90 giorni dalla data di presentazione delle istanze vi verrà fornito l’esito e riportato l’ammontare del contributo eventualmente riconosciuto.

 

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