Non è certo una rarità trovarsi di fronte a bollette dell’energia elettrica (ma non solo) in stile salasso. Vuoi per le pratiche assurde che i Gestori usavano un tempo, cioè quelle dei conguagli di diversi anni indietro nel tempo, o semplicemente perché c’è qualcosa che non va nel contatore, sono molte le famiglie che si rivolgono ad associazioni di tutela dei consumatori per situazioni di questo genere.
Ma a tutto c’è rimedio, perché anche di fronte ad una bolletta salata e fuori norma, il consumatore finale può ricorrere. Vediamo nello specifico cosa può fare una famiglia quando i consumi misurati e fatturati dal gestore sono eccessivi.
I conguagli sono un problema ormai passato
Le aziende fornitrici dei servizi elettrici, ma anche quelle che forniscono gas ad uso abitativo o acqua per le abitazioni, sono state oggetto di sanzioni dalle Autorità competenti in materia per via dei conguagli troppo lunghi.
Infatti capitava spesso che per mancate letture da parte dell’Azienda, e per mancate letture comunicate dal cliente, quest’ultimo pagasse bollette inferiori ai consumi effettivi e per mesi e mesi. Inevitabile che alla prima lettura del contatore, l’azienda arrivasse a chiedere arretrati anche di moltissimi mesi prima.
Per l’energia elettrica un problema spaventoso questo, con segnalazioni che ci sono arrivate, di bollette a tre zeri che se non pagate, potevano portare alla riduzione della potenza della linea elettrica o al distacco della fornitura.
Da tempo il legislatore, anche a seguito di sentenze di condanna alle Compagnie di fornitura di questi servizi primari per le famiglie, ha messo un freno alla fatture in ritardo. “I gestori di luce, gas e acqua non possono chiedere il conguaglio consumi oltre i due anni”, questo ciò che è stato deciso.
Contatore che segna più scatti di quelli che effettivamente dovrebbero essere
Un altro problema che può causare bollette dell’acqua, della luce o del gas con cifre enormi è una registrazione sbagliata dell’apparecchio di rilevamento, cioè dei contatori.
Occorre in questi casi far verificare il corretto funzionamento dell’apparecchio segna scatti. Infatti non basta farsi sostituire il contatore. Iconsumi passati non vengono annullati per il semplice passaggio a nuovo apparecchio di rilevamento.
Bisogna intervenire subito andando a contestare la bolletta salata, adducendo ad un problema di malfunzionamento del contatore. Per presentare ricorso, l’onere della prova è in capo al ricorrente, cioè al titolare del contratto di fornitura, il cliente. Solo nel momento che il ricorso adduce ad una motivazione specifica e provata, è in capo alla ditta fornitrice del servizio dimostrare il contrario.
In altri termini è il consumatore che deve prima di tutto dimostrare che la bolletta è errata, perché in qualsiasi contratto di fornitura di luce, acqua e gas, si ha la presunzione di validità.
Come dimostrare che la bolletta è errata
Non ci vuole granché per dimostrare che qualcosa non torna nella bolletta e che il contatore misura consumi errati. Per esempio, basta dimostrare che la casa dove il contatore è montato, è rimasta disabitata. Naturalmente il periodo di mancato utilizzo dell’immobile, deve essere quello oggetto della fatturazione eccessiva di consumi.
Anche il semplice confronto tra bollette dello stesso periodo ma di anni precedenti può essere una motivazione valida. Un motivo utile per spingere la ditta fornitrice del servizio, a dover dimostrare la veridicità di bolletta e relativi consumi. Va considerato poi che un normale contatore di casa, in genere è tarato alla potenza di 3 Kw. Non può,quindi, di colpo aumentare in maniera esponenziale i consumi.Questo perché se si collegano alla linea più apparecchi, il contatore si stacca automaticamente. e
Come fare ricorso
Il ricorso si presenta con i metodi classici, ovvero con raccomandata con ricevuta di ritorno o con la Posta elettronica certificata. In ogni caso occorre inviarla alla ditta fornitrice dei servizi. In caso di accettazione del ricorso, tutto finisce lì. E la ditta può considerare la rivisitazione della bolletta, cancellando la precedente ed emettendone una nuova con i consumi reali.
Se invece il ricorso diretto alla ditta (ma sarebbe meglio parlare di contestazione e no di ricorso), viene respinto, la seconda strada è il rivolgersi alla Autorità di regolazione energia, reti e ambiente, cioè l’Arera. In questo caso si deve compilare un modulo preciso, che è quello di conciliazione che si può scaricare dal portale istituzionale dell’Autorità.
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