Il legislatore italiano ha previsto per i cittadini in difficili condizioni economiche diverse forme di tutela e di sostegno. Tuttavia, proprio per via del fatto che esse sono legate alle capacità di autosostentamento del beneficiario, è fondamentale attestare il rispettivo stato reddituale. Dunque, forme quali l’assegno sociale, l’assegno mensile di assistenza, la pensione d’inabilità, la pensione ai ciechi civili e ai sordi sono accomunate da un particolare aspetto in comune: la necessità di presentare la situazione reddituale alle autorità chiamate ad esprimersi sulla concessione o meno della misura assistenziale.
Difatti, le prestazioni sopra indicate vengono corrisposte proprio a favore di chi ha un reddito pari o inferiore a una soglia prestabilita. Mentre nel caso della pensione d’invalidità civile, dallo scorso luglio l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) ha avvisato ai titolari di illustrare il relativo stato reddituale per gli anni 2017-2021. Il nostro scopo è quello di andare a scoprire come evitare la sospensione dell’assegno sociale e della pensione di invalidità
Assegno sociale e pensione di invalidità: i requisiti necessari
Nella fattispecie, in merito all’assegno sociale, tale ammontare possiede carattere provvisorio, sicché strettamente legato alle condizioni economiche dell’istante. L’accertamento del possesso dei requisiti socioeconomici e della residenza avviene con ricorrenza annuale. L’assenza di uno dei requisiti si traduce in una sospensione e, a distanza di un anno, qualora il titolare si riveli inerte, l’aiuto viene definitivamente revocato.
La stessa disciplina concerne l’invalidità civile, in cui, al di là della corresponsione della percentuale di invalidità, occorre pure esaminare i dati socio-economici e reddituali. Di conseguenza, una volta appurati i requisiti sanitari, il goditore avrà l’onere di sottoporre un prospetto dettagliato della relativa posizione reddituale.
Quindi, poiché le misure assistenziali sono strettamente correlato alla situazione di bisogno del soggetto interessato (problemi economici, di salute o entrambi), la dichiarazione reddituale è imprescindibile. Laddove manchi, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha, infatti, la facoltà di disporne la sospensione e in caso di inerzia, la conseguenza inerzia del trattamento favorevole erogato.
Come evitare la sospensione
Come l’Istituto previdenziale ha comunicato in tempi recenti, coloro che hanno ricevuto l’avviso di sospensione hanno il compito di attivare ad inoltrare la situazione reddituale per quanto riguarda la pensione d’invalidità. Perciò, una volta ricevuta la richiesta da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, l’interessato avrà l’incarico di comunicare entro 60 giorni i redditi tramite la domanda telematica di Ricostituzione per sospensione.
In caso di prolungata inerzia, l’INPS procederà alla sospensione, comunicandolo a mezzo raccomandata. A tal punto, l’interessato avrà un’ulteriore scadenza di 120 giorni per sottoporre il riscontro reddituale. Se non farà pervenire alcuna risposta, l’INPS passerà alla revoca e chiederà il rimborso degli anni di reddito non dichiarato.
L’interessato avrà modo di presentare personalmente la domanda entrando sulla piattaforma web dell’Istituto, nell’area riservata MyINPS, provvisto delle credenziali di accesso. Oppure potrà rivolgersi a Patronati o altri intermediari abilitati.
Lo stesso titolare dell’assegno, per avere accesso alla prestazione, ha il compito di indicare la situazione reddituale. Altrimenti, l’Istituto previdenziale ha la possibilità di procedere alla sua sospensione. In definitiva, notificare i redditi percepiti riveste un ruolo cruciale per non incorrere in sospensioni, conseguenti revoche e la richiesta di restituzione degli importi da parte dell’INPS.
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